Giuseppe Mileti è un fotografo italiano autodidatta, oltre che un musicista elettronico sotto lo pseudonimo di Kidsok Nuit. La passione di Giuseppe per la fotografia è nata un po' per caso, ci spiega, ed un po' per una esigenza sia fisica che mentale. "Mi sono occupato di musica elettronica e installazioni musicali per diversi anni (spero di poterlo ancora fare in seguito). Spostandomi da una città all'altra ed in particolare a Berna (Svizzera) dove ho poi vissuto per più di 3 anni mi è venuto a mancare lo spazio materiale dove poter produrre le mie cose. Con il passare del tempo tralasciando questa "attività artistica" mi sono accorto di non poter fare a meno di vedere le cose in un altro modo che potesse soddisfare la mia voglia espressiva. Quindi con una vecchia digitale del tempo ho cominciato a fotografare i vari paesaggi svizzeri che mi si presentavano davanti. La fotografia è divenuta quindi un prolungamento della musica, la sua arteria visiva. Il suono fotografico. Questa volta erano le immagini a creare le "armonie" di cui avevo bisogno. E da lì è partito tutto".
Al tempo in cui Giuseppe ha cominciato a fotografare, non seguiva né conosceva nessun particolare artista o fotografo. Ora, a distanza di qualche anno, può dire che Eggleston piuttosto che Shore e Evans, per citare nomi d'oltreoceano, o Guidi e Ghirri tra i nostrani, sono tra i suoi preferiti. Non necessariamente però, questi artisti lo hanno ispirato. "Quando fotografo (a meno che non stia scattando con in mente un idea/fantasia/pensiero ben preciso)", ci spiega infatti, "non penso molto agli artisti a cui potrei assomigliare o che vorrei emulare / scimmiottare, ma piuttosto al momento che sto vivendo e che vorrei fermare anche solo per un istante. Poterlo far rivivere in un frame che ognuno di noi guardando può trasformare in qualsiasi cosa esso voglia. La fantasia è smisurata. Più semplicemente al bisogno di scattare senza pensare poi a molto. Probabilmente sono presuntuoso, ma questo è quello che mi piacerebbe si cogliesse nelle mie foto".
Giuseppe ci confessa di credere di non avere uno stile ben definitivo. Come nel corso del tempo cambiano i gusti delle persone, così, secondo Giuseppe, anche il suo modo di fotografare potrebbe cambiare. "Non dico che in questi cambiamenti non ci potrebbe essere sempre un minimo comune denominatore che contraddistingue il mio modo di fotografare, ma ho voglia di sperimentare molto prima di poter/dover "etichettare/catalogare" le mie foto in uno stile particolare".
Rispetto alla maggioranza dei fotografi che si avvicinano alla fotografia partendo dall'analogico per arrivare poi al digitale, il percorso di Giuseppe è andato a ritroso; è stata un'In(E)voluzione più che un'evoluzione. "Ho cominciato con piccole compatte digitali che conservavo in casa prima di comprare la mia prima grande reflex, che ho usato per i progetti "A legal country" e "Ballad for a culturally modified land". In quel periodo dedicavo molto tempo alla post-produzione. Lightroom, Photoshop erano il pane quotidiano. Fino a che non ho sentito l'esigenza di esprimere meglio me stesso. In modo differente e coerente".
"Anche per la musica il percorso è stato identico. Ho cominciato con i computers per poi arrivare ad una elettro-acustica essenziale. Lo sguardo è sempre puntato al futuro ma l'attitudine e la manualità ritorna all'essenza. Quindi mi sono allontanato da questa trasfigurazione della realtà che i softwares potevano ed erano in grado di operare sulle foto. Utilizzando le vecchie camere analogiche di mio nonno e mio padre ho cercato di migliorare la mia tecnica più direttamente sul campo che non dopo in fase post-produttiva. La cosa poi è dilagata maggiormente nella sperimentazione imparando a sviluppare da me con il processo c41. Forse in questo c'è uno stile tutto mio. Proprio perché è la mia manualità nel miscelare i chimici che può dare un impronta particolare che altri non hanno. Mi piace la sperimentazione in tutti i campi. Mi diverte ed è il miglior modo di esprimere me stesso!"
Giuseppe scatta sia in piccolo che in medio formato, nell'ultimo periodo con predilezione per quest'ultimo, ma non esclude che in futuro possa utilizzare anche il grande. "Mi piace scattare in modo fugace o anche prendermi tutto il tempo di cui ho bisogno. Mi piace la luce, il sole che crea i netti contrasti o il tramonto/l'alba che li accarezza in modo sinuoso. Mi piace il buio, che trasforma le cose avvolgendole in un'aura di mistero". Potete vedere tutti gli scatti di Giuseppe sul suo sito.
Immagini di Giuseppe Mileti
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14 ottobre 2015