La fotografia qui sopra potrebbe essere stata scattata ieri in uno dei tanti teatri di guerra, guerriglia, lotte intestine e quanto altro. Invece risale al 7 agosto 1930, quando a Marion nell’Indiana due uomini neri, Thomas Shipp e Abraham Smith, accusati di aver ucciso un bianco e stuprato la fidanzata, accusa poi caduta, furono linciati da una folla inferocita e determinata a “fare giustizia” che poi, come si vede chiaramente, si sofferma compiaciuta e soddisfatta a rimirare il risultato finale dello scempio. L’autore è Lawrence Beitler.
Ma certo non si trattava del primo linciaggio negli Stati Uniti. Già dopo la nascita dell’organizzazione razzista Ku Klux Klan, nel 1865, i linciaggi dei neri aumentarono drammaticamente: si stima che tra il 1880 e il 1920 ne venissero linciati mediamente due a settimana. Il fatto poi che un numero consistente di vittime venisse torturato, mutilato, trascinato o bruciato suggerisce la presenza di tendenze sadiche tra i bianchi autori dei misfatti.
Secondo un rapporto che prende in esame l’arco di tempo 1889-1930, delle decine di migliaia di perpetratori soltanto 49 vennero accusati e 4 condannati.
Ma la storia di questa foto non finisce qui. Alcuni anni dopo, nel 1937, fu vista da Abel Meeropol, un insegnante ebreo membro del Partito Comunista Americano che ne rimase così impressionato da scrivere il poema Strange fruit che fu pubblicato su una rivista marxista. Successivamente lo fece leggere a Billie Holiday dopo averla sentita cantare in un locale. Lei lo apprezzò e con la collaborazione di Sonny White ne fece una canzone dallo stesso titolo che scalò le classifiche del 1939. Il Time Magazine la denigrò considerandola un pezzo musicale che faceva propaganda per il National Association for the Advancement of Coloured People. Ve la facciamo ascoltare.
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