Fotografia della Storia o Storia della Fotografia. Lo sbarco sulla Luna

Da Leragazze

Ricordo benissimo quelle immagini che venivano da un piccolo televisore in bianco e nero della casa di montagna, ricordo l’eccitazione di tutti noi di famiglia e gli occhi di Tito Stagno, che insieme a Ruggero Orlando faceva la telecronaca, che brillavano dietro gli occhiali.
Erano immagini in differita, la diretta della prima passeggiata sulla Luna era stata trasmessa in tutto il mondo, ma da noi era notte e io, ragazzina, anche se ero in vacanza, dovetti aspettare la mattina.

Ma cominciamo dall’inizio.

La missione spaziale USA Apollo 11, della quale facevano parte Neil A. Armstrong, Michael Collins e Edwin “Buzz” Aldrin, era iniziata il 16 luglio 1969 intorno alle 15.30 ora italiana. Il 20 alle 22.17 il modulo lunare, chiamato Eagle, guidato manualmente da Armstrong atterrò sulla Luna (il termine allunaggio mi ha sempre fatto venire l’orticaria), per la precisione nel Mare della Tranquillità. E alle 4.57, dopo aver espletato tutte le procedure preparatorie, il capitano della missione Armstrong scese con grande cautela la scaletta e divenne il primo uomo ad aver messo i piedi sul suolo lunare, evento che sottolineò con la ormai storica frase:

That’s one small step for a man, one giant leap for mankind.

È un piccolo passo per un uomo, ma un balzo da gigante per l’Umanità.

Dopo scese Aldrin e insieme si attivarono per raccogliere campioni di roccia, scattare fotografie e piantare la bandiera statunitense. Intanto il povero Collins, rimasto a bordo dell’astronave madre, se ne rimaneva a girare intorno senza la soddisfazione di toccare la Luna pur essendo arrivato tanto vicino.

Tornarono sulla Terra il 24 luglio con un tuffo nell’oceano Pacifico.

E però. E se invece fosse stata una messa in scena, una rappresentazione realizzata in studio per abbindolare i Sovietici, il mondo scientifico e la popolazione tutta?

Esiste infatti una teoria del complotto secondo la quale l’uomo non avrebbe mai raggiunto la Luna e quello che abbiamo saputo e visto sarebbe stato frutto di una enorme falsificazione. C’è chi ne è convinto, soprattutto negli USA, ma a me piace pensare che sia stato tutto vero, che la nostra emozione allora come ora nel guardare le foto più significative si fondi su un evento realmente accaduto.

Per la cronaca, un bel film USA del 1978, Capricorn One, racconta una storia analoga, in cui degli astronauti furono costretti a simulare, come su un set cinematografico, uno sbarco su Marte che nella realtà era saltato per dei problemi.

Cliccare una qualunque delle foto per far partire la galleria.

Per leggere le puntate passate e future (è possibile anche questo nel Blog delle Ragazze ) cliccate sull’argomento “Storia della Fotografia” alla fine del post.


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