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FOTOGRAFIA: Giulia Mangione | Fotografia documentaria

Creato il 10 giugno 2015 da Osso Magazine @ossomagazine
Giulia Mangione è una fotografa italiana basata a Firenze, vincitrice dell'ultima edizione del Festival FotoLeggendo di Roma. Giulia ha studiato fotogiornalismo in Scandinavia, alla Danish School of Media and Journalism. La fotografia permea ogni aspetto della sua vita, è un mezzo attraverso il quale riesce a vivere temporaneamente le vite degli altri. "La fotografia", spiega infatti Giulia, "è il pretesto che mi permette di entrare a fotografare i salotti della gente, fare colazione con perfetti sconosciuti in un campeggio nudista e ascoltare dei quasi sconosciuti raccontarmi le loro storie più personali. Per me la fotografia è senso di comunità, di appartenenza, connessione, e senso di casa". FOTOGRAFIA: Giulia Mangione | Fotografia documentaria Il suo amore per la fotografia è iniziato quando era bambina, grazie a suo padre che le regalava piccole macchine fotografiche con le quali si divertiva a immortalare esclusivamente cose inanimate. Pensava, infatti, che le persone non fossero importanti; curioso il fatto che ora le persone siano al centro del suo interesse fotografico. "Via via che crescevo", ci racconta" le macchinette si sono via via ‘evolute’ fino alla prima piccola digitale. Quando ho capito che la mia evoluzione tecnologica verso il digitale stava diventando inversamente proporzionale alla mia voglia di scattare fotografie, ho invertito la rotta e comprato una macchina medio formato molto lenta e molto pesante, che attualmente reputo sia il mezzo più adatto a me". FOTOGRAFIA: Giulia Mangione | Fotografia documentaria Giulia definisce il suo stile attuale come una "fotografia documentaria con una vena di humour". Prima di arrivare a questo stile definito, però, ha sperimentato tecniche diverse, evolvendosi nel tempo. Per molti anni ha scattato bianco e nero, perché le piaceva la qualità grafica e il dinamismo che si crea nel catturare il movimento. Usava piccole macchine veloci 35mm e si affannava a cercare di catturare situazioni alla velocità cui accadevano. "Volevo che tutto fosse spontaneo e non posato", spiega, "altrimenti mi sarebbe sembrato finto. Tutto ciò ha generato per diverso tempo agitazione, sudore copioso e frustrazione per tutte le foto che vedevo svanire intorno a me perché non ero riuscita a coglierle. Con il tempo ho capito di non essere questo tipo di fotografa". Quando ha realizzato di essere una fotografa lenta, ha cercato di rallentare ulteriormente il processo utilizzando macchine medio formato e cavalletto che non le permettono di scattare sul momento, ma la costringono a pensare. Attualmente Giulia scatta con una pellicola colore medio formato 6x7 e occasionalmente in digitale. FOTOGRAFIA: Giulia Mangione | Fotografia documentariaFOTOGRAFIA: Giulia Mangione | Fotografia documentaria Oltre alla sua fotografia, anche le fonti da cui trae ispirazione sono cambiate nel tempo. Nel periodo in cui credeva di essere una fotografa bianco e nero, i suoi punti di riferimento erano Diane Arbus, Anders Petersen, Tony Ray Jones e Michael Ackerman. Più tardi, quando l’estetica del bianco e nero ha iniziato a sembrarle un po’ ripetitiva, ha iniziato ad apprezzare fotografi come Alec Soth, Lars Tunbjörk, Stephen Shore e Rob Hornstra. FOTOGRAFIA: Giulia Mangione | Fotografia documentaria Attualmente Giulia sta lavorando a due progetti a lungo termine in Scandinavia. Il primo, Danesland, descrive la società e cultura contemporanea danese. Il secondo si incentra sulla molto tranquilla vita rurale di un gruppo di giovani che vivono in una regione sulla costa ovest della Svezia. Potete seguire tutti gli scatti di Giulia attraverso il suo sito e la sua pagina Instagram. FOTOGRAFIA: Giulia Mangione | Fotografia documentariaFOTOGRAFIA: Giulia Mangione | Fotografia documentaria Immagini di Giulia Mangione var addthis_config = {"data_track_addressbar":true}; 10 giugno 2015

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