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FOTOGRAFIA: Intervista a Barbara Leolini | "Vivere la fotografia"

Creato il 22 maggio 2015 da Osso Magazine @ossomagazine
Barbara Leolini, è una fotografa italiana, nata insieme a i suoi due fratelli gemelli Luca e Lucia a Firenze 27 anni fa. Si definisce una "nostalgica di natura", e questo influenza molto il suo modo di vedere il mondo. Pur confessando di non essersi ancora capita a fondo, Barbara si descrive così: "sono un’accanita fumatrice, coffe addicted, profondamente innamorata dei poeti spagnoli e dell’amore, dei dettagli e delle sorprese (chi dice di odiarle è un bugiardo!), del buon cibo e dei vodka lemon. Della vita. A volte sono così invischiata nel dolore della mia di vita, che spesso me ne dimentico. Di quanto bella sia". Barbara è una di quelle persone che sogna ad occhi aperti, che si crogiola nelle proprie fantasie, ed è anche questo il movente che l'ha portata nel mondo della fotografia. FOTOGRAFIA: Intervista Barbara Leolini La sua passione per la fotografia, trasmessa da suo padre, inizia fin da piccola, spinta dalla curiosità per ciò che ad occhio nudo non si può vedere; dai quindici anni in poi inizia a raccontarsi attraverso le fotografie. "Finito il liceo", ci racconta, "decido di laurearmi in giornalismo, percorso di studi che mi ha portato in Erasmus a Madrid nel 2010. Quello è stato un momento decisivo per la mia 'carriera’ professionale. Iniziai a frequentare una classe di linguaggi audio-visivi, fotografia, video, cinema. Ecco. Li capii che non mi sarei mai più vista senza una macchina fotografcia in borsa". Dopo la laurea, Barbara si iscrive al corso di Foto-giornalismo presso la Fondazione Studio Marangoni di Firenze. Infine, all’età di 26 anni, dopo l'iter da fotografa freelance, è tornata sui libri iniziando il suo percorso in Advanced Visual Storytelling presso la Danish School of Media and Journalism, che finirà con il suo progetto di diploma questo giugno. FOTOGRAFIA: Intervista Barbara Leolini Il fotografo che più di tutti l'ha ispirata è Jacob Eau Sobol, il primo a farle capire la differenza tra “fare fotografia” e “vivere la fotografia”. "Il suo progetto “Sabine” è il motivo per io cui faccio quello che faccio. Spesso si riduce il concetto fotografico ad un semplice clic o a storie che rimangono in superficie, ma la verità è che ci sono universi infiniti dentro quel clic. Sobol in “Sabine” racconta prima di tutto la sua storia d’amore, ed io ogni volta perdo me stessa in quelle fotografie". Altrettanto importanti per il percorso visuale di Barbara sono stati Anders Petersen, Trine Søndergaard, Ed van der Elsken e Henri Cartier Bresson, padre del suo romanticismo fotografico. Tra gli autori emergenti cita Théo Gosselin, autore francese. "Sapessi fotografare la vita come fa lui mi riterrei una persona soddisfatta. Il suo libro “Avec le Coeur” è meraviglioso". FOTOGRAFIA: Intervista Barbara Leolini Barbara definisce il suo stile, il suo linguaggio, come molto personale: "non seguo un metodo letteralmente fotografico, direi più che altro che è un testo raccontato per immagini. Il mio amore per la poesia ed i trattati filosofici hanno influenzato notevolmente la mia visione fotografica". Col tempo il suo linguaggio è diventato meno ermetico. All’inizio, infatti, la sua fotografia era destinata a lei e basta, non le interessava che le persone potessero capire qualcosa. "Con gli anni, l’esperienza e lo studio, ho capito che gli universi che avevo dentro andavano in una qualche maniera domati". Adesso i suoi scatti rimangono comunque per se stessa, ma hanno un’aurea propria. "Direi che più di tutto non sono le mie fotografie ad essere cambiate, ma sono cambiata io. Se prima pensavo di poter raccontare tutto e tutti, soprattutto nell’ultimo anno, mi sono resa conto che l’unica cosa che voglio davvero raccontare sono i mondi che ognuno di noi si porta dietro. Quei draghi che ognuno di noi ha nella testa. E’ la magia che mi piacerebbe raccontare". FOTOGRAFIA: Intervista Barbara Leolini FOTOGRAFIA: Intervista Barbara Leolini La fotografa realizza i suoi scatti in digitale, ma solo per motivi professionali/commerciali, confessandoci che ogni volta che adopera una macchina digitale prova una forma di repulsione. "Sono un’incallita cultrice della pellicola", ci spiega. "Amo scegliere le mie pellicole. Ed amo sperimentare cose nuove a tal punto che, più la pellicola è stana o manipolata e più io mi perdo". Ultimamente, infatti, sta manipolando alcune delle sue pellicole con l’ammoniaca, quello che gli inglesi chiamano film-soup. "Insomma, le cose normali non mi piacciano. Ho una fascinazione per l’invisibile e lo strano. Una volta stampavo e poi sviluppavo le mie foto in camera oscura con il pennello. L’effetto è meritevole!" Attualmente Barbara sta lavorando ad un progetto che riguarda il concetto di Paranormale in Italia. "Ai fini del mio progetto di diploma in Danimarca", ci spiega, "ho sviluppato una serie riguardante i cacciatori di fantasmi, su chiave personale ovviamente. L’idea era quella di ricreare una sorta di eco per immagini. Non escludo in futuro di ampliarlo anche ad Ufo, Licantropi e Stregoneria. Ma per il momento mi fermo qui, altrimenti vi levo tutta la magia!" Potete seguire Barbara su Behance, su Tumblr e su Instagram. FOTOGRAFIA: Intervista Barbara Leolini FOTOGRAFIA: Intervista Barbara Leolini Immagini di Barbara Leolini var addthis_config = {"data_track_addressbar":true}; 22 maggio 2015

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