Salvatore Pastore, 26 anni, è un fotografo italiano. Nato nella provincia di Napoli, si è trasferito a Firenze per studiare fotografia. Nato in una famiglia di creativi, la sua passione per la fotografia è cresciuta anche grazie a suo padre, un videoamatore, che gli ha passato l'amore per le immagini e la sua passione per i video. "Ricordo il fascino che aveva su di me quella videocamera e dato che mi era proibito toccarla per la sua delicatezza (e per la gelosia di mio padre) era diventato una sorta di frutto proibito. Appena raggiunta l’età tale da poter maneggiare un aggeggio simile me ne sono innamorato subito".
Negli anni Salvatore ha avuto la possibilità di formare il suo stile attraverso la lettura dei grandi fotografi. "Posso dire che mi sono ispirato sin da subito non tanto allo stile fotografico ma quanto all’intento e il desiderio di raccontare qualcosa attraverso le immagini di Luigi Ghirri". La ricerca della sua “direzione” lo ha obbligatoriamente poi portato ad approfondire i lavori di Gabriele Basilico ma su tutti, forse per motivi che vanno al di là della mera concezione artistica, quello che lo ha ispirato per primo, e che ancora oggi continua ad amplificare la sua voglia di fotografare, è sicuramente Mimmo Jodice, "con la sua sensibilità e il desiderio di raccontare le sue storie sempre sotto voce, attraverso un linguaggio molto sottile, semplice".
Quando abbiamo chiesto a Salvatore di definire il suo stile ci ha raccontato quanto a volte sia difficile definire i propri lavori. "Posso analizzare i motivi per i quali fotografo in un certo modo e non in un altro. uno dei motivi è sicuramente il mio innato interesse per la matematica e la geometria, conseguenza anche dei miei studi in ingegneria". Nelle sue composizione si evince sempre la ricerca delle proporzioni e delle simmetrie, quasi in maniera maniacale, anche se, quasi come se fosse un ossimoro, nelle sue fotografie c'è sempre qualcosa di “impreciso” che richiama un inevitabile ritorno alla realtà.
"Le mie fotografie sono cresciute e maturate con me. Sono ancora molto lontano dalla vera “maturità". Devo certamente studiare ancora molto. Devo dire che il grande cambiamento tra le “foto souvenir” che facevo da ragazzino e quelle più recenti è sicuramente dipeso dallo studio dei grandi fotografi". Ci ha raccontato Salvatore, "penso sia storia comune a tutti quelli che si avvicinano all'arte: cercare la propria strada conoscendo le strade di quelli che sono venuti prima e trarne esperienza. Mi piace sempre ricordare una frase di Bernardo di Chartres: 'siamo nani sulle spalle di giganti'".
Per quanto riguarda la sua tecnica fotografica Salvatore utilizza sempre il cavalletto, "il mio amico fidato". Le sue immagini sono fortemente riflessive, non cerca “l'attimo”, spesso preferisce stare da solo e preparare lo scatto per diversi minuti. Questo è dovuto sicuramente all'approccio “analogico” che fa parte del suo bagaglio culturale. "Quindi, ricapitolando, cavalletto, obiettivi decentrabili e molto spesso macchina analogica. E tempo. Tanto tanto tempo".
Per il futuro Salvatore ha tante idee, una di queste è già in fase di realizzazione. A breve parteciperà ad un progetto molto grande a Napoli. Saranno coinvolti più di 50 ragazzi under30 e il risultato sarà molto interessante. Ad oggi Salvatore è riuscito a conquistarsi un posto nella fotografia contemporanea italiana grazie alle sue immagini grafiche, architettoniche e pulite: oggi abbiamo voluto mostrarvi il suo reportage Florence Opera Theatre, che ci mostra l'essenza del suo lavoro e la qualità delle sue immagini. Per altri progetti basta visitare la sua pagina Behance.
Immagini di Salvatore Pastore
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25 gennaio 2016