Scarlett fotografia di Persone, Spazio Tadini
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Spazio Tadini via Jommelli, 24 ore 18.30
(apertura da martedì a sabato dalle 15,30 alle 19)
Alle ore 20.30 concerto di Arrigo Cappelletti
L’obiettivo fotografico può guardare fino a privare l’occhio dell’incanto della visione? Per la fotografa parigina Persone non vi è alcun dubbio. Con la sua macchina fotografica indaga la materia e cerca di svelarne il tradimento dovuto alla visione oculare che, non potendo prescindere dall’emotività, è condizionata da forti elementi culturali.
Lo stesso pseudonimo scelto dalla fotografa, in francese Persone, in italiano persona, manifesta l’interesse per questa area d’indagine che analizza il rapporto tra l’iconografia del soggetto/oggetto e la sua collocazione nel contesto sociale. Persona in latino significa maschera e il suo significato ha più relazione con l’apparire che con l’essere. Possiamo definire questa artista dell’obiettivo un’esploratrice della maschera e quindi della persona.
Nella mostra SCARLETT, la fotografa parigina riesce a far sembrare donne dei semplici manichini. Le foto tradiscono lo sguardo. Le luci studiate ad hoc, le inquadrature ravvicinate e le ombre non rendono immediatamente percettibile l’inganno e le bambole sembrano avere un corpo vero e anche un’anima, ovvero un’identità e un potere di comunicazione che, in realtà, è solo frutto delle nostre proiezioni emotive suggerite da pose e luci. Cosa le differenzia rispetto alle donne delle copertine dei giornali patinati? Poco. La perfezione e la “contraffazione” dei corpi delle modelle è evidente tanto da far appartenere i loro corpi non più appartenere a delle persone, ma alla società. I loro corpi sono un involucro plasmato a immagine e somiglianza di un modello, di uno stereotipo, di un simulacro, di una bambola comunemente riconosciuta e costruita secondo le mode del momento. Ma perché mai le donne vorrebbero sembrare delle bambole, quando, guardando le foto di Persone, le stesse bambole riescono a dare emozioni da copertina? Forse perché l’umano si lascia affascinare dall’impossibile, da ciò che lo trascende. Per l’uomo è bello il gioco di avvicinarci al “perfetto” tanto da disinteressarsi al vero. Gli ultimi anni della nostra storia ci hanno spinto, illudendoci, verso un eterno progresso. La tecnologia e la scienza ci hanno fatto credere nella possibilità di avvicinarsi a una sorta di immortalità e ci siamo lasciati incantare più dal falso che dal vero. Abbiamo accentuato questo tendere verso la perfezione e cercato di somigliare a modelli così perfetti che, in quanto tali, sono privi di vita e di morte. Oggi non è più così. Oggi forse l’antropocentrismo sta lasciando il posto al bisogno di un nuovo equilibrio tra l’uomo e la natura. Non è forse un caso che lo stesso lavoro di Persone sia cominciato dall’esplorazione dei ghiacciai.
Il suo primo lavoro importante è infatti iniziato con una serie di fotografie sul ghiaccio, analizzato attraverso luci artificiali, fino a rivelarne le metamorfosi dell’acqua in controluce. Le foto così prodotte rendono quasi irriconoscibile l’immobilità del ghiaccio visibile ad occhio nudo, perché ne rivelano la dinamicità interna alla materia di cui sono fatti. Queste foto sembrano paesaggi surreali, composizioni astratte di estrema suggestione visiva e profondità. Anche in questo caso l’intento era andare oltre l’apparenza della visione, oltre la maschera e la suggestione emotiva, per scoprire la loro natura, la loro storia e il rischio che oggi potrebbe affrontare il pianeta dallo scioglimento delle calotte polari perchè non sono semplice acqua né apparentemente materia inerte, ma corpo “dormiente”.
Melina Scalise
Persone vive e lavora a Parigi.
Alcune mostre recenti
Collettiva: Pinzolo (Italia) dal 23 dicembre al 27 gennaio
Personale alla galleria Artelie di Parigi – Giugno 2012
Personale Esposizione al Carlton di Cannes Galerie Nissen maggio 2012
Collettiva: Galerie Nicole Gogat aprile 2012 a Aigues-Mortes.