Nella fotografia subacquea, oltre alle tecniche fotografiche, bisogna soprattutto conoscere le problematiche da affrontare in un ambiente, quello marino, assai diverso da quello cui siamo abituati a muoverci.
Con quest’articolo ti voglio spiegare alcuni aspetti fondamentali. Ti saranno utili quando inizierai a cimentarti nel campo della fotografia subacquea. Più in particolare, consideriamo le immersioni in apnea, una tipica situazione in cui ti troverai da principiante.
Le problematiche da affrontare
La prima, macroscopica, differenza tra la fotografia subacquea e quella terrestre è che in acqua i colori svaniscono all’aumentare della profondità. A 5 metri scompare il rosso, poi l’arancione, a seguire (verso i 10/12 metri) il verde, il blu, fino al buio completo. Qui sotto, un esempio concreto di questo fenomeno noto come “assorbimento selettivo”.
Dati di scatto: 1/125 – F/5 – ISO 100.
Questa foto è stata scattata a pelo d’acqua con una distanza di circa 4 metri tra la macchina e la scena catturata. Come puoi vedere il blu risalta, mentre il rosso del costume della persona che sta dando da mangiare ai pesci è più sbiadito.
Devi anche considerare che un corpo immerso in un liquido è sottoposto alla forza di gravità (che lo spinge verso il basso) e alla spinta contrapposta (verso l’alto) del cosiddetto principio di Archimede. In più, c’è anche la pressione esercitata dall’acqua che aumenta di un’unità ogni 10 metri. Vedremo nella sezione “equipaggiamento subacqueo” gli effetti di queste forze e le relative attrezzature per sfruttarle a nostro favore o almeno evitare che ci ostacolino eccessivamente.
Equipaggiamento fotografico
Cosa ci serve per poter scattare foto subacquee?
Per prima cosa analizziamo le soluzioni che offre il mercato per quel che riguarda la macchina fotografica.
Compatte digitali
Sono sempre di più le case produttrici che sviluppano modelli di compatte digitali destinate ad uso subacqueo. Sono molti anche i produttori che sviluppano custodie impermeabili per compatte non subacquee.
I vantaggi nell’usare una compatta sono:
- costi contenuti;
- dimensioni e peso ridotti;
- facilità di utilizzo.
Di solito la profondità massima a cui si possono spingere queste attrezzature è di circa 10 metri, una buona profondità per i nostri scopi. Spesso è possibile noleggiare una compatta dotata di custodia subacquea nei diving center attrezzati anche per lo snorkeling.
Sotto, una foto scattata con una Canon DIGITAL IXUS 860 IS noleggiata nel 2010 alle Maldive.
Dati di scatto 1/320 – F/4.5 – ISO 80
Custodie per reflex
Coloro che posseggono una reflex debbono invece scegliere se acquistare una custodia rigida o morbida.
Le custodie rigide sono mediamente più costose e vanno abbinate a un preciso modello di reflex (o modelli molto simili della stessa famiglia). A fronte di una scelta limitata i vantaggi sono tanti, primo tra tutti la riduzione degli spazi vuoti occupati dall’aria.
Avere meno aria nella custodia si traduce in una riduzione, se non un’eliminazione totale, dell’”effetto palloncino”, la tendenza cioè della macchina a risalire in superficie a causa dell’eccesso di aria nella custodia.
Le custodie rigide sono dotate di comodi tasti e maniglie che ne facilitano l’utilizzo anche con i guanti. Su alcuni modelli è possibile montare lenti esterne sferiche a seconda del tipo di obiettivo utilizzato, per correggere aberrazioni e distorsioni.
Le custodie morbide sono più economiche e versatili. Costruite in PVC o materiale simile, si adattano alla forma della reflex.
Per questa caratteristica ogni custodia è in grado di ospitare fotocamere di modelli e marche differenti. Alcune hanno pure lo spazio per il flash esterno montato sulla slitta della macchina.
Occorre però scongiurare l’effetto palloncino cui abbiamo accennato sopra, a causa della maggiore quantità di spazio vuoto. Due i sistemi: le zavorre e/o le valvole di sfiato.
Le custodie morbide migliori hanno entrambe le opzioni: uno spazio per ospitare pesi (di solito posizionato sul fondo, subito sotto la reflex) e una valvolina per far uscire o immettere aria. Il giusto equilibrio tra l’aggiunta di pesi e il dosaggio dell’aria all’interno facilita anche il cambio di impostazioni in acqua. Soprattutto, se viene tolta troppa aria all’interno il PVC si schiaccia troppo sulla camera rendendo difficoltosi l’utilizzo del tasto di scatto e della ghiera.
In definitiva le reflex, rispetto alle digitali non compatte, garantiscono foto migliori per nitidezza, resa dei colori e rumore, specialmente in condizioni di luce scarsa.
Quale obiettivo per la fotografia subacquea?
La domanda successiva è: “quale lente utilizzare?” Ogni volta che ho posto questa domanda a persone più esperte, mi è sempre stato risposto: “usa lenti grandangolari”.
È la stessa risposta che si trova anche in alcuni forum, ma il più delle volte non viene spiegato il perché. E poi c’è sempre la postilla: “dipende cosa devi fotografare”.
In generale il suggerimento è corretto poiché le lenti grandangolari, rispetto ai teleobiettivi, presentano una distanza minima di messa a fuoco ridotta, consentendoci di avvicinare molto di più il soggetto che desideriamo fotografare. La vicinanza inoltre limita l’assorbimento selettivo e quindi avremo foto con colori sicuramente più vivi rispetto ad un’altra scattata con un teleobiettivo a 3 metri di distanza.
Quanto al “dipende cosa devi fotografare”, se è vero che con un grandangolo possiamo avvicinarci molto al soggetto è pur vero che non tutti i soggetti sono avvicinabili, perciò il grandangolo è la soluzione ideale per soggetti statici o facilmente avvicinabili come:
- un polpo in tana;
Dati di scatto 1/250 – F/5 – ISO 100
- un Anemonia Sulcata;
Dati di scatto 1/200 – F/4.5 – ISO 400
- un particolare fondale come quello che circonda il Castello Aragonese di Ischia, dal quale fuoriescono una notevole quantità di bolle d’aria arricchito dalla presenza di una verdeggiante prateria di alghe e posidonia;
Dati di scatto 1/200 – F/7.1 – ISO 400
Al contrario, per il primo piano di un pesce è utile avere qualche mm di focale in più. Ho realizzato gli scatti che seguono usando il 50mm F1.8 (distanza minima di messa a fuoco 45 cm) su una macchina Canon 50D, e il 60mm F2.8 Macro (distanza minima di messa a fuoco 20 cm) su una Canon 70D.
Essendo macchine con un sensore APS-C, le focali equivalenti su una full frame diventano rispettivamente 80mm e 96mm:
- sarago;
Dati di scatto 1/200 – F/7.1 – ISO 400 (Canon 50D con 50mm F1.8)
- donzella pavonina;
Dati di scatto 1/400 – F/7.1 – ISO 400 (Canon 50D con 50mm F1.8)
- cefalo;
Dati di scatto 1/200 – F/7.1 – ISO 400 (Canon 70D con 60mm F2.8 Macro)
- triglia (50mm);
Dati di scatto 1/200 – F/9 – ISO 400 (Canon 50D con 50mm F1.8)
- triglia (60mm Macro);
Dati di scatto 1/640 – F/4 – ISO 400 (Canon 70D con 60mm F2.8 Macro)
- seppia. Da notare gli occhi che mi controllavano, mi ha concesso giusto giusto il tempo di uno scatto, consapevole che la sua mimetizzazione non aveva funzionato è schizzata via;
Dati di scatto 1/125 – F/4.5 – ISO 100 (Canon 50D con 50mm F1.8)
Quale flash per la fotografia subacquea?
Come la mettiamo invece con flash, torce e faretti? Ci servono?
Se la giornata è soleggiata e l’acqua non eccessivamente torbida, entro i 4 metri circa di profondità abbiamo luce a sufficienza e una discreta fedeltà dei colori. Oltre questo limite, l’assorbimento selettivo è preponderante.
I flash o i faretti combattono questo fenomeno consentendoci di catturare immagini con colori fedeli alla realtà. Anche qui c’è una considerazione da fare a margine. Soffermiamoci, ad esempio, sull’immagine di questa medusa:
Dati di scatto: 1/400 – F/6.3 – ISO 400 (Canon 50D con 50mm F1.8)
Notiamo quelli che sembrano tanti piccoli pentagoni che riflettono luce. Sono elementi in sospensione nell’acqua e si trovano in una posizione fuori fuoco. È bene sapere allora che l’uso del flash accentua questo fenomeno e si nota di più se è presente molto materiale.
Equipaggiamento non fotografico
Fino ad ora ci siamo preoccupati delle dotazioni fotografiche, ma l’equipaggiamento per l’immersione è altrettanto importante. Occorrono una buona maschera, di quelle che non si appannano e che non hanno punti deboli dove l’acqua riesce ad entrare, il boccaglio e, nel caso non usassimo una compatta molto leggera, anche le pinne per muoverci in acqua con meno fatica.
Per una maggiore permanenza in acqua, specialmente se fredda, dobbiamo dotarci di una muta. Se ne può fare tranquillamente a meno d’estate, sempre che la permanenza in acqua non superi le due ore.
A seconda della costituzione fisica (massa grassa, muscoli ed ossa) potremmo avere bisogno di cavigliere e/o una cintura di zavorra con più o meno pesi. In generale, più massa grassa significa più pesi in cintura.
Il giusto bilanciamento coi pesi ci consente di rimanere immersi riducendo all’indispensabile i movimenti e quindi il consumo di ossigeno. Meno ci muoviamo e più tempo riusciamo a stare immersi.
Un assetto corretto è fondamentale anche perché, come ben sanno gli appassionati di pesca subacquea, l’apnea “all’aspetto” è spesso l’unico modo per riuscire a “catturare” alcuni pesci. Nel nostro caso si tratta di fotografarli, ma tempistica e tecnica di immersione sono requisiti comuni alle due discipline.
Correre dietro a un pesce che raggiunge con facilità i 50 km/h è inutile, meglio stare immobili sott’acqua aspettando che l’animale, incuriosito, si avvicini il più possibile.
Impostazioni consigliate per la fotografia subacquea
Viste le problematiche sui colori cui possiamo andare incontro, il consiglio è quello di scattare in RAW, sempre che la macchina te lo consenta. In questo modo abbiamo la possibilità di fare tutte le correzioni necessarie in post produzione.
Per quanto riguarda i programmi di scatto, di solito bisogna tener conto della profondità e delle condizioni climatiche nelle quali decidiamo di operare.
Col bel tempo, l’acqua limpida e in assenza di correnti preferisco settare la macchina in priorità apertura con un valore tra F/5 e F/8. Se intendo scattare entro i 3 metri lascio ISO auto, mentre a profondità maggiori porto l’ISO sui 400, in modo che la macchina calcoli un tempo di scatto non troppo lungo riducendo la probabilità di immagini mosse.
In presenza di correnti marine consistenti setto la macchina in priorità tempi con un valore di circa 1/200 s, ISO 400 o superiori.
Se l’acqua è torbida, pure se c’è il sole, desistete!!! Dovreste sbattere contro i pesci per riuscire a fotografarli e, anche se ci riusciste, ci sarebbe un sacco di materiale in acqua che disturberebbe non poco la foto.
Consiglio il flash in giornate con acqua limpida ma poco soleggiate, oppure in profondità superiori ai 4 o 5 metri.
Sicurezza in mare
Un famoso proverbio recita: “Per mare non ci sono taverne”. Significa che qualora ne abbiate bisogno il mare non offre appigli.
Perciò la sicurezza in acqua non è un optional, qualcosa su cui sorvolare. Mai farsi sopraffare dall’entusiasmo, sforzarsi di restare in apnea più del dovuto o raggiungere frettolosamente determinate profondità.
Stare a lungo in apnea e scendere a profondità notevoli sono traguardi per cui occorrono pazienza e allenamento, imparando a padroneggiare tecniche come la compensazione. Non è raro il caso di persone che per una compensazione sbagliata subiscono la lesione del timpano con conseguente perdita dell’orientamento.
Immergersi in compagnia è perciò un’altra buona regola da cercare di seguire il più possibile.
Le foto dell’articolo
Le foto che ho inserito nell’articolo sono state tutte (tranne quella delle Maldive) scattate nei fondali dell’isola d’Ischia tra i 2 ed i 5 metri di profondità e nel periodo estivo.
Conclusioni
In questo articolo hai letto quanto ti serve per cominciare a fotografare sott’acqua in apnea. Hai visto come non ti servano grossi investimenti, soprattutto se scegli le giornate di sole.
La tua reflex con una custodia morbida o una compatta resistente all’acqua ti permettono di iniziare con poca o pochissima spesa. Quindi, non ti resta che tuffarti e provare: la pratica rende perfetti!
Se hai domande, falle pure qui sotto nella sezione dei commenti.