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Sono oramai quasi due mesi di ininterrotte paginate sui giornali locali, in cui si da voce ad un gruppo di fantomatici ambientalisti che ce l'hanno con la realizzazione di una serie di impianti fotovoltaici, più o meno vicini tra loro, nell'area che va da Ontraino a Isola, due frazioni del Comune di San Miniato, nella zona racchiusa tra la ferrovia Firenze-Pisa (a sud), il fiume Elsa (a est) e il fiume Arno (a nord).
Già in un mio precedente post avevo affrontato il tema degli impianti fotovoltaici a terra, mettendo a confronto due soluzioni. Una che avevo giudicato poco ortodossa, facendo l'esempio di un impianto con inseguitori alti oltre 6 metri nella campagna del cesenate, ed un'altra molto più integrata a livello paesaggistico, come alcuni impianti a terra, alle porte di Poggibonsi, adagiati alla base di una collina.
Ma il caso degli impianti fotovoltaici a terra di San Miniato è il classico caso in cui il solito sparuto gruppuscolo di "particolaristi", non avendo dei seri e concreti argomenti per giustificare la loro contrarietà, se non quella della "gelosia" nei confronti del vicino che ha fatto "l'affare", è andato allo scontro diretto, anche a livello politico, insinuando interessi privati e privilegi "per pochi".
Ad oggi, gran parte degli impianti già realizzati, si riescono a vedere se ci si inoltra per le stradine di campagna.
Solo alcuni sono visibili dalla strada, ma essendo ancora in fase di cantiere, non sono ancora schermati dalle opere di mitigazione.
Si parte dal presupposto che il Comune di San Miniato ha circa 28.000 abitanti, un discreto tessuto produttivo, e, soprattutto, un territorio di oltre 100 kmq, cioè 10.000 ettari.
Ad oggi sono stati autorizzati impianti per un totale di 17 MWe, altri 8 MWe sono vicini all'autorizzazione, ed in più c'è una richiesta per altri 7 MWe. Qualcuno parla di un totale complessivo che potrebbe raggiungere i 35 MWe, per una superficie di terreno utilizzata di 70 ettari.
Si tratta senza dubbio di numeri importanti, ma che si ritrovano in molte altre zone d'Italia, in quanto il terzo conto energia ha prodotto una forte spinta ad investire in questo settore.
Io ho marginalmente preso parte a questo dibattito, ed uso adesso il mio blog per fare due conti.
L'Organizzazione Mondiale della Sanità (O.M.S.), che è l'agenzia specializzata dell'ONU per la salute, fondata il 7 aprile 1948, con sede a Ginevra, che ha come missione il raggiungimento da parte di tutte le popolazioni del livello più alto possibile di salute, da anni compie indagini statistiche, ai più alti livelli di scientifici. Una di queste indagini è quella relativa ai danni provocati dall'inquinamento atmosferico.
Secondo i dati diffusi dall'OMS nel 2010, in Italia muoiono ogni anno circa 40.000 persone per danni alla salute ricondotti a patologie la cui frequenza risulta aumentata in relazione al grado di inquinamento atmosferico, tra esse le malattie cardiocircolatorie, le affezioni respiratorie ed i tumori. Questi dati sono al netto delle morti da fumo.
Sempre secondo gli studi OMS, la produzione termoelettrica italiana, incide per circa il 18% sul volume degli inquinanti generati delle varie sorgenti emissive.I principali inquinanti presi in considerazione sono gli ossidi di azoto, il monossido di carbonio, le polveri sottili, i composti organici volatili e l'idrogeno solforato.Non viene preso in considerazione l'emissione di biossido di carbonio, che non ha un diretto impatto sulla salute dell'uomo, ma indiretto, attraverso i danni generati all'ambiente dall'effetto serra.
Considerando che l'entrata in produzione a regime dei circa 25 MWe di fotovoltaico nel sanminiatese, farà ridurre di circa lo 0,005% la produzione termoelettrica italiana, un semplice calcolo indica che lo 0,005% del 18% di 40.000, sono 36 morti in meno ogni anno per inquinamento atmosferico evitato.
Questo numero è a mio avviso un numero enorme.
Se poi la vogliamo mettere, in maniera più venale, sui costi economici, un impianto fotovoltaico da 1 MWe riceve circa 500.000 € di incentivi ogni anno. Al servizio sanitario nazionale, un malato di gravi patologie respiratorie e cardiovascolari costa, mi dicono dall'ARPAT, circa 220.000 € all'anno.
Considerato che evitiamo a 36 persone, non tanto di morire, ma quanto di ammalarsi, perlomeno seriamente, gli incentivi rientrano con sole due persone, le restanti 34 danno un saldo attivo di oltre 7 milioni di euro l'anno.
Beh, è forse questo l'impatto ambientale del fotovoltaico sanminiatese, che secondo alcuni, va a vantaggio solo di pochi?
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