Sono recentissimi i dati pubblicati dal GSE (Gestore Servizi Energetici) sull’andamento del mercato del fotovoltaico nel 2009. In un periodo di estrema stagnazione economica, il fotovoltaico ha fatto segnare una crescita molto forte.
Gli impianti installati certificati sono circa 71 mila, il doppio rispetto a quelli realizzati nel 2008. Di questi, circa il 44% sono di tipo non integrato, il 30% parzialmente integrato e il restante 26% di tipo integrato, con i relativi riflessi dal punto di vista della tariffa di contribuzione del GSE . Il fotovoltaico oggi è in grado di produrre 1.300 GWh su base annua, energia sufficiente a soddisfare il consumo di 500 mila famiglie.
Numeri eccellenti che sembrano presagire un consistente sviluppo futuro : ad oggi siamo il 5° pase per potenza di fotovoltaico installata, e il 2° in termini di nuova potenza installata (pari a 711 MGW in più rispetto all’anno precedente). Questo ci permette di risparmiare molto in termini di tonnellate di petrolio equivalente. Nel web si legge di qualche stima che quantifica in 0,23 i milioni di tonnellate di petrolio equivalente risparmiati , e in 875 tonnellate le minori emissioni di CO2 nell’atmosfera.
Il settore del fotovoltaico nostrano ha fatto registrare un fatturato pari a 2,5 miliardi di euro, ed è stato capace di creare più di 20.000 green jobs che ridanno un po’ di fiato ai tanti disoccupati che provengono da settori in crisi .
L’attivazione del GSE ha rappresentato un buon esempio di politica energetica. Tuttavia, poche settimane fa, il sottosegretario Saglia ha annunciato un taglio delle tariffe di contribuzione del GSE per un importo che dovrebbe attestarsi intorno al 20%. Taglio giustificato dal calo del costo dei pannelli fotovoltaici. (si veda post precedente).
Siamo certi che tagliando gli incentivi nel 2011 questo trend positivo possa ripetersi?
Da alcuni calcoli che abbiamo fatto al nostro interno, su alcune ipotesi specifiche, ci risulta che un impianto fotovoltaico si riesca ad ammortizzare in 4/5 anni ( se non si ricorre ad un finanziamento). Questo grazie al grande contributo del Conto Energia. Un orizzonte temporale di 5 anni è accettabile, anche psicologicamente, per un investimento . Tagliare del 20% gli incentivi vuol dire prolungare negli anni l’ammortamento.Vuol dire renderlo molto meno attraente. Vuol dire, in estrema sintesi, frenare il volano di crescita economica e di occupazione che il settore ha garantito in questi ultimi anni.
Davvero non si può fare nient’altro per sostenere questo mercato?
Un esempio, che mi è stato suggerito da Carmelo, un lettore di Geolo, potrebbe essere quello di permettere all’utente finale di rateizzare il pagamento dei pannelli parcellizando il loro costo all’interno della bolletta elettrica. Un altro esempio potrebbe essere contrattare dei pacchetti di finanziamento a tassi agevolati. In questo modo si potrebbe garantire una sorta di finanziamento agevolato.
Forse strumenti semplici come questi sono solo da proporre. Se accettati il risultato sarebbe duplice : si sosterrebbe la crescita di un mercato promettente, e si darebbe continuità ad una politica energetica orientata alle rinnovabili.