Un amico mi ha fermata per strada per criticare e con una certa asprezza, i miei ultimi post. Non gli era piaciuto il mio beccare sull’opposizione. Non è stato l’unico a rimproverarmi mi sento quindi costretta ancora una volta a chiarire chi sono io. Primo, non sono un politico, ma un’osservatrice della politica che possiede il tesserino di giornalista. Secondo, non ho amici politici perché ne andrebbe di mezzo la mia onestà intellettuale. Terzo, non ho squadre anche se voto PD: tifo solo per il buon senso. Quarto, posso sbagliare come qualsiasi persona che sta in platea. (Nessuno mi ha mai contraddetto pubblicamente e poteva farlo.). Dunque, se io critico la minoranza non è perché sono contro questa minoranza e sono favorevole al sistema (il mio bog dovrebbe essere sufficiente come prova no?), più semplicemente è che la vorrei più efficace e costruttiva. Non critico il ruolo che è indispensabile, ma il metodo che, in questo caso, ho giudicato dilettantistico. Le alleanze vanno bene, anzi sono inevitabili, ma occorre saper giocare bene il proprio ruolo al loro interno. Misurare con attenzione i vari rapporti di forza. In questa alleanza autonomista-progressista vedo predominante il ruolo dell’UVP e dei due Viérin. I numeri giocano a loro favore, ma è altrettanto vero che risultano insignificanti senza la somma con gli altri, quindi, si può dire, che il peso politico è suddiviso in parti uguali. Eppure, sia Alpe sia il Pd si sono lasciati trascinare senza un minimo di cautela dall’esuberanza del leoncino in progress. Tutti insieme hanno gridato vittoria! Troppo presto. Nessun progetto politico curato nei minimi dettagli (il fatto che abbiano presentato ora un documento per uscire dallo stallo significa che lo stallo non era previsto), ma un rotolare ingenuo dietro a un disegno tracciato da altri. Cari amici non sparo a zero su di voi, ma sulla vostra ingenuità (?). Come avete potuto contare su un personaggio come Camaleon-ardo? Come avete potuto credere che bastasse chiedere le dimissioni “di un povero vecchietto dalla pelle avvizzita che non si rende conto che è ormai fottuto…” come ha descritto Rollandin su Fb, Stefano Ferrero? Qui l’unico che ha dimostrato di tenere in scacco tutti, voi complici ignari, è stato La Torre e chi sta dietro di lui. Il risultato ottenuto non sono state le elezioni anticipate che nessuno, a parte Viérin, voleva davvero, ma qualcosa di cui forse non sapremo mai e che probabilmente nulla ha a che fare con la politica. Rollandin è per il momento indebolito, è vero, ma chi lo tiene per le palle non siete voi della minoranza. Prendo spunto dal vostro collega saltimbanco e vi invito a guardarvi allo specchio e a chiedervi il senso del vostro incaporirvi sulle dimissioni di Rollandin. Siete aperti alle larghe intese, ma senza di lui. Questa intransigenza ha di fatto potenziato e favorito qualcun altro. Più pragmatismo avrebbe suggerito ad Alpe e al Pd di valutare con più attenzione la proposta di apertura data dalla maggioranza per un governo di scopo. Si sarebbe annullato il potere di Camaleon-ardo e del regista occulto che lo manovra, contenuta l’ansia di potere dei Viérin e magari, dato l’importante ruolo di equilibrio, ottenuto un risultato immediato per dare respiro a quelle imprese artigianali e lavoratori in maggior difficoltà economiche. Al contrario si è creato uno stallo che non ha fatto bene a nessun partito dell’opposizione, tranne forse ai guerriglieri del M5s che in queste situazioni ci sguazzano; si è evidenziata una forte carenza organizzativa mista a miopia politica e a un ottimismo fuori luogo. Non sono le critiche legittime (o si dovrebbe tacere per honoris causae?) che hanno creato questo pasticciaccio brutto, ma l’inesistenza di un progetto chiaro e percorribile. E se il il messaggio che passa è quello che la minoranza è composta da intempestivi e imprudenti, la responsabilità è solo sua.
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