Four more years: dalle elezioni Usa tanti mal di pancia per il Vaticano

Creato il 07 novembre 2012 da Cagliostro @Cagliostro1743

Il risultato è noto: il presidente uscente Barack Obama ha vinto contro il repubblicano Mitt Romney.

Il vero sconfitto di queste elezioni non è Romney ma la destra religiosa.
Inutile nascondersi che la Chiesa cattolica sia negli Stati Uniti che in Italia non aveva fatto il tifo per Obama.
La riforma sanitaria di Obama che impone alle aziende di garantire la copertura sanitaria per i propri dipendenti (anche per contraccezione ed aborto) aveva fatto infuriare la Chiesa cattolica americana: le accuse di attentato alla libertà religiosa erano cadute davanti alle varie sentenze delle corti federali.
Inoltre Obama ha sempre sostenuto il diritto per le coppie omosessuali di accedere al matrimonio e l’amministrazione democratica aveva comunicato che non avrebbe più difeso nei vari tribunali il Defense of Marriage Act, una legge federale che definisce il matrimonio come l’unione legale tra un uomo ed una donna.
Proprio per questo era evidente la frattura esistente sia con il Vaticano che con i vescovi americani che alla vigilia delle elezioni hanno messo on line un sito internet per, comeriporta L’Osservatore Romano, «supportare la campagna di sensibilizzazione che l’episcopato ha avviato a seguito soprattutto degli interventi federali che favoriscono pratiche abortive e impongono limitazioni alla libertà di coscienza delle istituzioni, organizzazioni o anche delle singole persone che intendono rispettare i propri convincimenti morali e religiosi».
Le elezioni del 2012 non sono state solo l’occasione per votare sull’operato dell’amministrazione Obama e sui due candidati ma anche su alcuni referendum sulla cannabis medica e quella terapeutica, la messa al bando della pena di morte, il taglio ai fondi federali per l’aborto e – appunto – i matrimoni gay.
L’opinione degli americani è stata netta: le nozze gay sono state approvate negli Stati di Washington, Maryland e Maine mentre la proposta repubblicana di inserire il bando alle nozze gay nella costituzione del Minnesota è stata respinta.
Gli americani hanno votato a favore per la cannabis per usi medici in Massachusetts ma la stessa proposta è stata respinta in Arkansas e Montana.
Gli americani si sono espressi a favore della cannabis ricreativa in Colorado, Washington mentre gli elettori dell’Oregon si sono espressi contro.
Brutto colpo per i no-choice in Florida dove è stata respinta la proposta del taglio ai fondi federali per l’aborto. Inoltre i controversi candidati repubblicani Todd Akin e Richard Mourdock, di recente nella bufera per le loro posizioni fortemente anti-abortiste, hanno perso la loro corsa al Senato rispettivamente in Missouri e in Indiana, dove si sono affermati i candidati democratici Claire McCaskille e Joe Donnelly.
Purtroppo in California la maggioranza degli elettori si è espressa contro la messa al bando della pena di morte che purtroppo resta in vigore: forse se la Chiesa cattolica americana avesse dedicato le stesse energie riservate contro il matrimonio alla moratoria della pena capitale forse i diritti umani negli Usa avrebbero fatto un passo in avanti.
Una bella occasione persa per la Chiesa cattolica sempre attiva ad essere “pro-life” solo contro l’aborto ma non contro la pena di morte.
La delusione della Santa sede è palpabile: proprio sulla prima pagina de L’Osservatore Romano si rileva che «se Obama vorrà davvero essere il presidente di tutti gli statunitensi, dovrà finalmente recepire le istanze che con forza salgono dalle comunità religiose — Chiesa cattolica in testa — in favore della famiglia naturale, della vita e, infine, della stessa libertà religiosa».
Obama – come ha ha sentenziato la corte Corte Federale del Missouri non ha leso la libertà religiosa e certamente Obama – se vorrà essere il presidente di tutti gli statunitensi – dovrà prima di tutto rispettare il pensiero dei cittadini americani su temi come l’aborto, il matrimonio omosessuale e la riforma sanitaria così come è emerso chiaramente dalle urne.
Inoltre non si capisce perché L’Osservatore Romano scriva che – nel recepire le istanze delle comunità religiosa – la Chiesa cattolica debba essere in testa: ha forse un diritto di prelazione?


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