2011 | janet records
far from here | play another | falling things (where does a girl begins?) | every evening | brisance, my baby | a hymn to sulphur | love for the uncertain | jewelled eyes | the diamonds | celandine | still unseen
Ai Mellow Candle bastò un solo album per accedere al novero dei capolavori dimenticati. “Swaddling Songs”, dissepolto di recente, è una magniloquente gemma in cui dominava l’estro vocale di Clodagh Simonds, risorta negli Anni Zero coi Fovea Hex.
Rigoglioso di immagini suggestive, Here Where We Used To Sing mi trascina in un trasfigurato mondo in cui si estendono boschi al neon dalle foglie che tintinnano tra le vene del vento o in cui scorgo lontane scie d’eco, come urla intrappolate in un iceberg.
È un folk che vive solo negli intrecci vocali e diluito in un suggestivo ambiente da soundtrack che abbraccia cenni cameristici e divagazioni ambient, soprattutto nel finale.
La poetica dei Fovea Hex passa dalla solennità di A Hymn To Sulphur alle timide lame di luce di Every Evening, dai giardini appassiti di Still Unseen all’autunno di Ludovico Einaudi di Love For The Uncertain e forgia un surreale incanto.
marco giarratana | 916 bbtt
fovea hex
2005 | -
dublino | irlanda
bloom, 2005 | huge, 2006 | neither speak nor remain silent, 2007 | allure, 2007 | here is where we used to sing