Magazine Cinema
Interpreti: Steve Carrell, Channing Tatum, Mark Ruffalo
Nominations: 5
Probabilitá di vittoria di Bennett nella categoria miglior regista: nessunaProbabilità di vittoria di Carrell nella categoria miglior attore protagonista: nessunaProbabilità di vittoria di Ruffalo nella categoria miglior attore non protagonista: nessuna, ma la candidatura è meritata, senza dubbio.
Cosa mi ha spinto a preferire "Foxcatcher" rispetto a candidati molto più quotati ancora mancanti alla mia lista? La curiosità nei confronti dei protagonisti. Ammetto, ero curiosa di vedere come se la sarebbero cavati Steve Carrell e soprattutto Channing Tatum alle prese con qualche cosa di totalmente diverso da ciò a cui eravamo abituati a vederli sullo schermo...no, su Ruffalo non avevo dubbi, che fosse un attore di grandissima razza lo sapevo già da un po'."Foxcatcher " è l'ennesima storia vera, cerco di non spoilerare troppo, che approda al cinema.Ma siamo soprattutto di fronte a un film che ho trovato faticosissimo.Inutile girarci intorno, "Foxcatcher" è una mazzata, e pure di quelle pesanti. 134 minuti, una durata già di per se notevole, lenti, con dialoghi scarni quando non del tutto inesistenti. Non nascondo di aver pensato di abbandonare ma alla fine l'ho terminato. E ci ho rimuginato sopra un paio di giorni.Alla fine mi sono convinta che Bennett Miller, candidato come miglior regista senza aver il film tra i nominati, praticamente il contrario di quello successo a Ava DuVernay con il magnifico "Selma" abbia, tutto sommato, usato i toni giusti. Il racconto dell'anima nera nascosta dietro il sogno americano, la "terra di speranze e di sogni" cantata dal Boss spesso tritura i suoi abitanti più deboli, è una discesa verso l'abisso virata in grigio. Miller non giudica, semplicemente analizza la vicenda con precisione quasi chirurgica. Il risultato è agghiacciante. Se avevo trovato "Birdman" emotivamente sterile, "Foxcatcher" più va avanti, e più lo spettatore capisce con cosa avrà a che fare, più lascia una sensazione di disagio, quasi di gelo. Peccato durante la visione questo gelo, più volte, si sia tramutato in noia. Buttiamo tutto? Assolutamente no.Siamo comunque di fronte a un film rigorosissimo, austero, sicuramente non per tutti, non è classificabile in un genere e si sa questo per il grande pubblico amante di un cinema più facile non va bene, con tre grandi interpreti.Signore e signori, non avrei mai pensato di dire una cosa simile, ma ho trovato Channing Tatum assolutamente magnifico. Perfetto anche fisicamente per interpretare un povero pseudo scimmione dotato di seri problemi relazionali, è il migliore dei tre (ovviamente il solo a non ottenere la nomination); il suo Mark con il perenne senso di inadeguatezza stampato sulla faccia, alla disperata ricerca di una guida, fa pena e tenerezza insieme. Steve Carrell alle prese con una figura complessissima è assai bravo, ma penalizzato da un trucco che secondo me lo fa tanto assomigliare al pinguino di Batman e no, non è un complimento. Ruffalo è bravissimo, ma non è una novità, peccato sia nella stessa categoria con un JK Simmons strepitoso con l'Oscar praticamente già in tasca, e un Norton tornato a livelli altissimi.Film difficilissimo quindi, che otterrà molto poco.Con "Foxcatcher" si conclude la mia personale "Road to Oscars"; in realtà ne mancano due,ma verranno recensiti dopo la cerimonia per mancanza di tempo...ci sentiamo lunedì, quando tireremo le somme e soprattutto ci lamenteremo delle scelte dell'Academy.
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