Magazine Cinema
Così si improvvisa coach sportivo e diventa finanziatore di un team di lotta in casa sua, per tagliare con il passato, con le radici, e cercare emancipazione. Ma il passato è sempre lì, da una parte a ricordarci chi siamo e che cosa dovremmo essere (la madre di John), dall'altra a sostenerci, comprenderci e aiutarci ad andare avanti (il fratello di Mark). Due storie apparentemente simili che però hanno ben poche cose in comune, le quali si fanno comunque simboli di un'America disillusa e ricca di sogni infranti, così sicura di sé da essere convinta di poter uscire dai binari senza pagarne le conseguenze, un'America totalmente diversa rispetto a quella che il cinema d'oltreoceano ci presentava decenni fa. L'altra faccia degli Stati Uniti raccontata, insomma, da un Bennett Miller ispirato come non mai che, se da un lato compone un quadro di rara bellezza tenuto insieme da alcuni momenti davvero indimenticabili (Tatum isterico nella stanza d'albergo su tutti gli altri), dall'altro decide, forse volutamente, forse necessariamente, di sacrificare il ritmo della narrazione per poter raccontare la sua America e la sua storia, perdendo quindi anche un protagonista unico, ma non ottenendo, purtroppo, tre protagonisti, bensì tre co-protagonisti. La storia non si basa infatti sui personaggi ma sui loro rapporti, a volte simili, a volte differenti, a volte conflittuali, a volte amichevoli, senza però avere un vero centro narrativo da cui diramare poi tutto il resto. Attenzione: questo non è necessariamente un lato negativo, anzi, ciò dimostra ancora di più l'importanza e l'audacia di una scelta registica ben imposta già nel momento della scrittura del film. Tuttavia è un piccolo appunto che mi sento di dover evidenziare per quelli che, come me, potrebbero restare non pienamente soddisfatti dalla visione di questo film, il quale potrebbe non arrivare completamente, nonostante i numerosi pregi descritti in un banalissimo testo che sorvola su tanti punti validi (le maschere ricalcate sopra i volti e i corpi degli attori, la quasi totale assenza di musiche, giusto per citarne un paio) che meriterebbero un approfondimento ben più importante rispetto a quanto io possa fare su questo misero blog.
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