"[...] C'è una parte di mondo, piccola, che ha capito benissimo la portata della crisi ambientale, energetica e delle risorse che stiamo vivendo, e l'ha messa in connessione con la crisi economica, che ne è conseguenza. Al contrario, una larga parte di mondo pensa che vi sia solo una vasta crisi economico-finanziaria, disgiunta dalla crisi ambientale, che anzi [...] diviene sempre più secondaria, trascurabile, marginale rispetto all'urgenza delle prescrizioni monetarie.
Se i danni climatici, la tossicità degli inquinamenti, la perdita di biodiversità, l'esaurimento di materie prime, non dipendessero da meccanismi fisici ma fossero solo questioni culturali, basterebbe aspettare: prima o poi le idee nuove si diffondono e prendono piede, sostituendo quelle vecchie, e così quella piccola parte di mondo diventerebbe predominante e risolverebbe via via i problemi.
Ma poiché le leggi fisiche che governano il mondo reale non aspettano che la cultura dell'umanità faccia i suoi lenti progressi, ma procedono sempre più rapide e inesorabili verso il deterioramento del nostro benessere ambientale e sanitario, il fattore tempo diviene strategico.
Abbiamo assoluto bisogno che le buone idee di quella parte di mondo sostituiscano rapidamente quelle vecchie e inadatte di quell'altra maggior parte, perché - come di fronte alla prospettiva di un grave malanno - la prevenzione ha senso solo se viene fatta precocemente. [...]"
Fonte: Prefazione - " Il Patto dei Sindaci - Le città come protagoniste della Green Economy", A.Lumicisi, L.Mercalli, G.Silvestrini, Edizioni Ambiente

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