Pur rimanendo nell'ambito delle voci, con a corredo una comunque inevitabile serie di ipotesi fondate e/o speculazioni complottiste, è stata diffusa nei giorni scorsi la notizia secondo cui il colosso finanziario Jp
Morgan vorrebbe imporre la (
vera o presunta) abolizione/ modifica dei Trattati Costituzionali per la realizzazione delle politiche di austerity che vanno avendo la meglio in tutta Europa (
e non solo?).
L'intento sarebbe stato chiarito da un report, pubblicato nello scorso 28 maggio, secondo cui "
il più grande ostacolo alla diffusione delle politiche liberiste e di austerity nell'Europa meridionale sono le carte costituzionali, nate dalla resistenza e dall'antifascismo, che impediscono le necessarie riforme strutturali perchè tutelano troppo i lavoratori, dando loro addirittura 'licenza di protestare'." [Fonte:
Il Fatto Quotidiano]
Il report in questione, riportando le parole di articoli tratti dalla Rete e dalla stampa, proporrebbe un'analisi critica delle difficoltà d'integrazione degli Stati meridionali della cosiddetta '
Eurozona':
"[...]
Quando la crisi è iniziata era diffusa l'idea che questi limiti intrinseci (all'attuazione delle politiche di austerity)
avessero natura prettamente economica [...]
. Ma col tempo è divenuto chiaro che esistono anche limiti di natura politica. I sistemi politici del Sud, e in particolare le loro Costituzioni, [...]
presentano una serie di caratteristiche che paiono inadatte a favorire la maggiore integrazione dell'area Europea.[...]"
Laddove un primo '
attacco' sia stato sferrato all'equilibrio politico, è altrettanto possibile che un'offesa venga lanciata nei confronti dei troppi '
misteriosi' fattori che cercherebbero di ostacolare l'affermazione completa ed assoluta delle politiche neoliberiste nei mercati mondiali:
"[...]
I sistemi politici della periferia meridionale sono stati instaurati a seguito della caduta di dittature, e sono rimasti segnati da quell'esperienza. Le Costituzioni mostrano una forte influenza delle idee socialiste, e in ciò riflettono la grande forza politica raggiunta dai partiti di sinistra dopo la sconfitta del fascismo. [...]
I sistemi [...]
del sud presentano le seguenti caratteristiche: esecutivi deboli nei confronti dei Parlamenti; Governi centrali deboli nei confronti delle regioni; tutele costituzionali dei diritti dei lavoratori; [...]
la licenza di protestare se sono proposte modifiche sgradite dello status quo [...]
. Vi è una crescente consapevolezza della portata di questo problema, sia nel centro che nella periferia dell'Europa."
A prescindere dalla piena validità o meno del report in questione, rimangono (
non) pochi indizi della presunta validità politico-tecnica di questi '
desideri' da overdose finanziario-liberista; quanti esempi recenti sono annoverabili nella sola Italia? A seguito di alcune decisioni prese dal
Governo Monti prima e non modificate (
fino ad ora?) dal
Governo Letta poi, è possibile ricordare (
da minimo) i punti seguenti:
- 'frettolosa' revisione-abolizione-modifica-aggiornamento-[...] dell'Articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori: annunciato e realizzato nel gran trambusto come primo reale 'provvedimento' dell'ex-Ministro Fornero, è finita con un 'compromesso' al ribasso volto all'avvicinamento verso la realtà tedesca;
- modifica ed approvazione del nuovo Articolo 81 della Costituzione Italiana, all'insegna di un silenzio generale sia politico che giornalistico inquietante.
Si è, a seguito di questi punti, assistito al verificarsi di una serie di conseguenze (
strettamente?) correlate al solco dei contenuti e degli intenti ribaditi dal report attribuito a Jp Morgan: (
attribuita) alterazione (
positiva) dei meccanismi di flessibilità e licenziabilità in uscita, affermazione della politica del pareggio di bilancio annuale, equilibrio dei conti pubblici da imporre a livello Europeo.
Queste sono solo alcune delle decisioni '
nostrane' che sembrano muoversi nella direzione piena evidenziata dalle proposte '
soluzioni' di Jp Morgan; ridurre il solco dei diritti e delle '
prerogative' costituzionali è veramente l'unica strada percorribile per uscire dalla crisi? Seguire fedelmente la '
voce' di istituti quali Jp Morgan od agenzie di rating è davvero l'unico modo per costruire un mondo che abbia veramente assimilato gli errori prodotti da tale crisi ormai imperante da anni? A prescindere dalle risposte possibili a queste domande, è più che lecito promuovere un'altra serie di osservazioni: quando il report definisce sistemi e "
coordinate di stabilità" politica instaurate a seguito di '
caduta di dittature', si potrebbero cercare di gettare più luci e significati possibili sul concetto di '
dittature'? Potrebbero esistere anche altre forme di '
dittature', oltre a quelle '
fisicamente intese' che hanno fatto parte del passato? Alcune di queste '
nuove' forme di '
dittatura' sono presenti già oggi?
L'abolizione non ragionata e ponderata di importanti solchi costituzionali potrebbe contribuire ad inaugurare/ affermare ulteriormente quella che, purtroppo, sembra possibile definire non a torto come '
dittatura' di matrice economico-finanziaria e non solamente politica.
Gli equilibri socio-politici dei singoli Stati dovrebbero fare, più di ogni altra cosa, attenzione al rischio di attribuire a queste '
voci' crediti ed onori eccessivi per concorrere alla risoluzione della crisi: è improprio e così sbagliato affermare che il contributo assegnato da realtà quali (
ad esempio) Jp Morgan è stato anche negativo?
Non per nulla sono forse '
piovute' le denunce fatte dalla Casa Bianca alla stessa Jp Morgan nei confronti della crisi sui mutui subprime, da molt(
issim)i identificata come fattore scatenante della vera e propria crisi mondiale che sta imperando ancora oggi?
L'impressione comune a molti cittadini "
de-complottizzati" o minimalmente informati è riportata in un articolo proveniente da internet, in un articolo de
La Repubblica: "[...]
La crisi finanziaria e poi economica più grave dalla Grande Depressione è nata così (attraverso la svalutazione del problema sui mutui subprime, nds)
: e il bello, anzi il brutto, è che quei furboni lo sapevano. La recessione, insomma, è stata tutta una truffa. [...]"
Un'ulteriore risposta alle molte domande poste è definibile, ad oggi, come la necessità assoluta di promuovere decisioni per limitare al meglio possibile quel perverso fenomeno secondo cui l'ammanco negativo di risorse finanziarie venga '
rimediato' attingendo ai contenuti dell'economia reale.
Le declinazioni di questo intento sembrano andare, per fortuna o purtroppo, in parziale o netta controtendenza rispetto a quanto vanno predicando coloro che hanno contribuito a convalidare la progressiva affermazione di '
indizi' per l'affermarsi di quella che sembra una vera e propria "
dittatura del capitale economico-finanziario".
Esistono altre ricette, appunto. Sempre ammesso che chi deve decidere di metterle in pratica abbia veramente competenze, capacità ed influenze per poterle realizzare al meglio possibile.
Per saperne di più:
"
Troppa democrazia. E la crisi resta.", L.Pisapia,
Il Fatto Quotidiano, sabato 22 giugno 2013
"
Obama chiede i danni a Jp Morgan per la crisi dei mutui subprime", A.Aquaro,
Repubblica.it
(
http://www.repubblica.it/economia/2012/10/02/news/jpmorgan_truffa_mutui-43671141/)
"
Jp Morgan: denunciata da California per abusi nelle carte di credito",
Corriere.it
(
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Morgan-denunciata-California-abusi-carte-credito/10-05-2013/1-A_006342188.shtml)
"
Crisi finanziaria, Jp Morgan conosceva i rischi dei derivati sui mutui subprime.", M.Cavallito,
Il Fatto Quotidiano
(
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/02/07/usa-new-york-times-jp-morgan-sapeva-da-tempo-dei-rischi-sui-mutui/492802/)