Fra gli innumerevoli effetti della crisi economica che sta attanagliando il mondo, ed in particolare il nostro Paese, ormai da otto anni, uno è senza dubbio quello di averci fatto perdere la percezione della grandezza delle cifre.
Un po’ come quando si parla di misure astronomiche, chi di noi riesce ad immaginare quanto sia distante un corpo celeste che si trova a migliaia di anni luce da noi? Oppure se si parla di gigantesche navi, come facciamo a renderci conto di quanto pesi un transatlantico che stazza 225.000 tonnellate?
Il nostro cervello è una macchina straordinaria e per farci capire il senso della “misura” fa dei confronti, quando questi confronti risultano difficili noi perdiamo, appunto, il “senso della misura”.
Ed allora se vi chiedo: quanti sono 200 miliardi di euro?
Cosa mi rispondete?
Che sono 200.000 milioni di euro?
Che sono 387.254.000.000.000, cioè trecentoottantasettemiladuecentocinquantaquattro miliardi di lire?
Oppure che sono 15.384.615 anni di stipendio (e gli ho messo dentro pure la tredicesima!) per una persona che guadagna 1.000 euro al mese?
Quindi, cari lettori, è chiaro il concetto?
Ed allora, quando noi leggiamo che in Italia le sofferenze bancarie sono arrivate a 200 miliardi di euro noi capiamo che ci troviamo di fronte ad una cifra grande, ma senza renderci conto di quanto sia “realmente” grande.
Ma poi, cosa sono queste “sofferenze lorde”?
Sono “il totale dei crediti dubbi e incagliati” inseriti nei bilanci delle nostre Banche.
E vi ricordo che il termine “dubbi” non va interpretato nell’accezione che comunemente diamo nella nostra lingua, qui stiamo parlando in linguaggio tecnico, e per crediti dubbi intendiamo quelli che quasi certamente riusciremo a recuperare “solo in parte” ed escutendo le garanzie (se naturalmente ci sono).
Ebbene ora, cari lettori, visto che le “sofferenze lorde” continuano ad aumentare in maniera impressionante da anni ed ad ogni rilevazione viene battuto questo ben poco invidiabile record storico, mi dite dove sta la ripresa economica tanto sbandierata dal nostro Governo?
La ripresa potrà esserci solo se le sofferenze bancarie dovessero diminuire costantemente e da diverso tempo, cioè quando l’ammontare totale delle sofferenze bancarie sia nella sua parabola discendente in maniera stabile, ora siamo ancora nella parte ascendente, siamo quindi ancora assolutamente all’interno di una crisi economica.
E non sarà MAI “lo Stato” a farci uscire dalla crisi, NESSUNO STATO, non solo il nostro!
Chiariamo, ciò che può fare lo Stato è molto, moltissimo, può infatti creare le condizioni perché l’imprenditoria privata si possa sviluppare e così creare “valore”, o “ricchezza”, se preferite questo termine.
Ma “la ricchezza” viene creata solo ed esclusivamente dal lavoro e quindi dall’attività dell’uomo, non da uno Stato che stampa biglietti di carta!
Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro