Il ritratto dipinto degli alti vertici del "Movimento 5 Stelle" (davvero spontaneamente?) dal Consigliere Regionale Giovanni Favia disegna un quadro che, a fondo, sembra annientare il massimo comune denominatore dello schieramento: il celeberrimo "uno vale uno", appunto. Il fondatore del Movimento Grillo sarebbe infatti "subordinato" alla figura di Gianroberto Casaleggio, definito con toni non certo esaltanti: persona che "prende per il cu.o tutti", mente "freddissima, molto acculturata e molto intelligente", grande intenditore di complessi argomenti quali "organizzazione, dinamiche umane e politica." Si avrebbero così democrazie inesistenti, infiltrati nelle liste elettorali, cosiddetta "e-democracy" resa nulla da (potenziali) veti imposti dai cosiddetti "alti livelli": è questo il quadro di un movimento che ha inaugurato una cosiddetta "trasparenza giustizialista"? E' questa la voce a cui hanno prestato attenzioni ed ascolto elettori sfiduciati e delusi dall'intero sistema politico? Cosa avrebbe consigliato Favia ai "reali vertici" di questo schieramento? Il consiglio è impietoso: "[...]o si levano dai co..ioni oppure il movimento gli esploderà in mano.[...]" Stando a questa "raccomandazione", la domanda successiva è un'altra: cosa finirebbe per essere il M5S senza le figure di Grillo e Casaleggio (Associati)? Dove potrebbero finire i consensi accumulati e perpetuati attraverso confronti assenti ed esclusivi interventi in "incazzato monologo" o post sull'altrettanto famoso blog? La figura catalizzatrice di Grillo è stata, a detta di moltissimi elett(or)i e simpatizzanti del M5S, uno straordinario megafono per l'intero schieramento: sembra sia riuscita ad attrarre consensi, dati per provenienti sia da destra che da sinistra. Poco sembra importare, poi, di quanto lo stesso Grillo sia solito ripetere: il suo modo di intendere la politica sembra intravedere un esclusivo "bene comune", solo da lui stesso percepito. Individuare questo "bene" è cosa semplicissima da fare: è cosa talmente semplice che non è neppure interessante spiegarla. Il modo di intendere la politica del "megafono" del M5S è sembrata, purtroppo troppo spesso, questo: come articolare una proposta basandomi sulla realtà dei fatti? Come provare a risollevare un Paese, esulando da slogan e provvedimenti ovviamente condivisibili? Le "accuse" potenzialmente fondate da muovere all'"uomo- megafono" riguardano, essenzialmente, il "come" articolare e discutere di quanto affermato più volte nei suoi "monologhi politici": tutto questo senza sfiorare, ovviamente, l'argomento della classe-casta politica. E' retorico e scontato affermare che, per moltissimi tratti, la protesta affidata alla voce di Grillo abbia, su tematiche come queste, tutte le ragioni per essere definita quantomeno "fondata". Qualora il megafono dovesse trasformarsi in un "citofono" capace di pronunciarsi solo su richiesta, quanti continuerebbero a scegliere di affidarsi allo stesso M5S? Ad una domanda come questa la risposta sembra essere, per fortuna o purtroppo, assolutamente scontata. Data per ammessa l'importanza della figura di Grillo internamente al M5S, cosa è possibile scrivere dell'accusato Casaleggio? La sua figura sembra essere controversa e, di conseguenza, differentemente giudicabile: è oggettivo dire che, nonostante lui e Grillo stiano "fianco a fianco", la sua popolarità sia largamente inferiore rispetto a quella del comico trasformatosi in politico. Andando a "curiosare" nella rete, quale progetto è possibile trovare internamente alla sua "Casaleggio Associati"? Fra i (troppo) pochi documenti disponibili, è interessante guardare al video "Gaia - Il futuro della politica". Questo progetto, per più di qualche tratto, ha qualche cosa di complottista ed inneggiante alla necessità di imporre un "nuovo ordine mondiale" basato sulla rete e sull'utilizzo dei mezzi informatici. E' un video breve, nel quale vengono fatte previsioni su un arco temporale prossimo a raggiungere il 2054. Viene descritto un mondo devastato, nel quale rimarrà vivo solo un miliardo di persone. Viene descritta la necessità di imporre una sorta di "intelligenza collettiva", capace di annientare le barriere imposte da diversità, soggettività e conflitti di interesse (di qualunque tipo): grazie ad un Governo eletto tramite la rete sarà possibile, un domani non troppo lontano, guidare il mondo perseguendo un bene che sia davvero per tutti "comune". Nel mezzo, ovviamente, sarebbe necessario neutralizzare tutte le voci cosiddette "dissidenti": via giornali, dunque. Sarebbe probabilmente necessario annientare anche le televisioni, per poter consegnare tutto alla virtualità certificata da un sistema infallibile chiamato "earthlink". Potrebbe decidere tutto questa intelligenza collettiva, sul medio-lungo termine: zero litigi, zero conflitti, zero proteste. A cosa richiama questa visione forse troppo lungimirante? E' possibile vedere nell'odierno M5S un primo timido passo di un percorso che vorrebbe avere in questo progetto un arrivo? Scendendo nei dettagli, è possibile fare altre domande non certo secondarie: chi dovrebbe assumersi oneri ed onori di sviluppare adeguati codici di programmazione capaci di trasferire la piattaforma democratica dal reale al virtuale? Quanti e quali passi sarebbe necessario compiere, nei fatti, per realizzare quello che (per 'qualche' sfumatura) sembra essere un folle progetto di "reincarnazione multimediale"? In sintesi estrema, pertanto: chi dovrebbe regolare il flusso di questa "intelligenza collettiva" capace di trovare soluzioni a qualunque problema? Quali algoritmi e codici di programmazione dovrebbero servire? A queste domande, forse, potrebbe/ vorrebbe attingere in quel futuro non lontano la stessa "Casaleggio Associati"? Stando ad oggi, sono domande a cui sembra impossibile trovare risposta esauriente: i mezzi di informazione sono "medium" assolutamente incapaci ed inadatti a ricevere le soluzioni del "megafono umano". Queste e moltissime altre sono le questioni a cui, purtroppo per elettori e simpatizzanti, la coppia criticata sembra non voler rispondere in maniera esauriente: questi sono discorsi che andrebbero risolti prescindendo dalle dichiarazioni (inconsapevolmente??) strappate al Consigliere Regionale Favia. Su fronti come quelli di onestà e trasparenza il M5S ha praticato da sempre un ineguagliabile giustizialismo. Questi discorsi vanno inquadrati, ovviamente, all'interno di un progetto ben più grande da contemplare: questione del marchio, contributi e post sul blog solo per ricordarne alcuni. La "questione-Favia", invece, meriterebbe ancora altri piani di analisi: se queste dichiarazioni fossero frutto di una volontà afferente alla necessità di rimanere in politica? Se fossero frasi pensate e non certo elaborate in modo spontaneo? Le domande sono tante, ma rappresentano dubbi sollevati da uno solo e su cui solo la cosiddetta "democrazia interna" potrà fare chiarezza: ben diverso è, invece, ragionare sul grande dubbio rappresentato da un Movimento percepito come variabile impazzitadell'attuale scena "politica(nte)" italiana. Il M5S è comunque destinato ad esplodere nelle mani dei suoi creatori, prima o poi? E' invece destinato a trionfare, con più che legittime giustificazioni da parte di una classe politica percepita come inqualificabilmente lontana dalle reali esigenze di italiani distrutti e completamente sfiduciati? Le domande sembrano essere moltissime: le dichiarazioni estrapolate dal Consigliere Regionale Favia rischiano di essere, per fortuna o purtroppo, una goccia in un oceano di "anomalie". Stendendo infiniti veli pietosi, ovviamente, sulle altrettante "stranezze" di classi dirigenti che hanno contribuito a devastare un Paese intero: in mezzo a questo oceano, per fortuna o purtroppo, la "questione M5S" rischia di essere un'altra semplice goccia. A posteri ed elett(or)i le ardue sentenze.
Per saperne di più: "GAIA - Il futuro della politica" (http://www.youtube.com/watch?v=9mYgbCW8XNA)