“Il sonno della ragione genera mostri”, diceva Goya. Lo confermano numerosi fatti di cronaca, fra i quali ricordo che mi colpì fortemente l’arresto, avvenuto due anni or sono, di Danilo Speranza, il santone della setta “Re Maya“, di ispirazione New Age, accusato di truffa ai danni di numerose donne e di violenza carnale, di cui sarebbero state vittime alcune delle loro figlie ancora adolescenti.
Un fatto di per sé gravissimo, ma che assume contorni ancor più inquietanti se si considera che la setta “Re Maya”, operante, almeno in teoria, nel recupero dei tossicodipendenti, era accreditata presso il CONI, i carceri di Rebibbia e Regina Coeli e aveva addirittura ricevuto l’apprezzamento del Ministero della Giustizia.
Ciò dimostra la leggerezza con cui non solo l’opinione pubblica ma anche le Istituzioni guardano al dilagante fenomeno delle sette, delle nuove religioni e, in generale, al variegato mondo dell’occulto, che muove, nel nostro Paese, ingenti somme di danaro, che quasi sempre sfuggono al fisco, e coinvolge, a volte con esiti tragici, milioni di persone.
Di tale leggerezza ci fornisce un esempio paradigmatico il modo in cui la vicenda di Danilo Speranza fu presentata da una delle testate della TV di stato, non dico quale per non fare una immeritata pubblicità alle altre.
Per bocca di una svagata collega abbiamo infatti appreso che l’infame Speranza aveva carpito la fiducia delle sue vittime “spacciandosi” per santone. Che vuol dire? Significa forse che i “santoni” sono figure professionali, come i dentisti e i geometri, e vanno tutelati da chi, “abusivamente” si attribuisce il loro titolo?
Fesserie! I santoni sono tutti, nel migliore dei casi, imbroglioni ed evasori fiscali, che abusano della credulità popolare e molto spesso arrivano, come nel caso di Danilo Speranza, a condotte criminali. Lo strafalcione della collega, dunque, è imperdonabile e altamente diseducativo, perché contribuisce, data l’autorevolezza della fonte, ad accreditare un’immagine tranquillizzante di certi ambigui personaggi.
Ma non solo a proposito dei santoni la televisione e la carta stampata danno un’informazione distorta. Mi riferisco a fenomeni sottoculturali come l’astrologia, la cartomanzia, la divinazione e tutto quanto si può ricondurre al mondo dell’occulto.
Non c’è giornale che non abbia una rubrica astrologica e, in televisione, l’oroscopo viene presentato con una “dignità” pari a quella delle previsioni del tempo.
In un paese dove l’informazione scientifica è a livelli penosi e un dilagante laicismo induce i più sprovveduti fra i non credenti a credere paradossalmente a tutto, un simile atteggiamento contribuisce a produrre danni sociali devastanti.
Il compito dei mezzi di informazione dovrebbe essere, invece, quello di metterci in guardia da questi imbroglioni e da questi criminali, magari con campagne simili a quelle condotte per debellare le peggiori malattie. Cartomanti e fattucchiere non sono confinate nell’ambito della “cultura popolare” e non manipolano le loro carte unte e bisunte solo nelle cucine dei casamenti suburbani, ma sono ospitate e coccolate da intellettuali alla moda nei migliori salotti, televisivi e no, e date in pasto, come modelli vincenti, al grande pubblico.
A ciò si associa una colpevole carenza legislativa. Se operazioni come quella condotta dal colonnello Antonio di Maggio, che ammanettò il santone, ci dimostrano ancora una volta che la Polizia Municipale non è buona soltanto a far multe, servono a colpire le manifestazioni più aberranti del fenomeno, un sottobosco di ignoranza e di disonestà continua a prosperare nel più totale disinteresse di chi, attraverso leggi severe, dovrebbe tutelare gli interessi soprattutto dei ceti più deboli e svantaggiati.
E a poco serve l’impegno di associazioni come il CICAP del “laico” Steno Ferluga o il CESNUR del cattolico Massimo Introvigne, che in un suo recente articolo ha evocato a sua volta il Goya. Quanti Italiani, al di fuori di ristretti circoli intellettuali, le conoscono? Quanto spazio è dato dagli organi di informazione ai loro studi e alle loro iniziative?
Non parliamo, poi, dell’impegno della Chiesa Cattolica contro la superstizione. Il vescovo Agobardo di Lione, già nel IX secolo, si scagliava con parole di fuoco, in un mondo ancora intriso di paganesimo, contro la magia, e gli ultimi pontefici, inascoltati e più spesso sbeffeggiati, hanno fatto altrettanto. Ma si sa, in un mondo oggi intriso di neo paganesimo, è meglio parlare della Chiesa solo per denunciarne i misfatti…veri e, molto spesso, presunti.
Federico Bernardini
Illustrazione: “The Magic Circle” (John William Waterhouse – 1886), fonte http://it.wikipedia.org/wiki/File:John_William_Waterhouse_-_Magic_Circle.JPG