Nonostante tempi sia socialmente che economicamente difficili, la risorsa ambientale appare come primaria e fondamentale da tutelare. Come fare per assicurarle sostenibilità e futuro, garantendo all'umanità stessa un pianeta vivibile per un tempo indefinito?
Gli accordi di tutela a livello globale che sono stati messi in campo, al netto di vuote e spesso sterili diplomazie, prevedono la necessità di muoversi su alcune macro-aree fondamentali: abbattimento delle emissioni in atmosfera, minimizzazione dei consumi elettrici e termici, contenimento dei livelli specifici di surriscaldamento globale.
La disciplina è complicatissima da perseguire, dovendo concretizzare su scala globale una serie di buone pratiche molto difficili da inquadrare e certificare.
Cosa potrebbe accadere qualora gli obiettivi di tutela ambientale ed energetica non dovessero essere raggiunti? Quali potrebbero essere i primi segnali di un punto di non ritorno?
Cosa potrebbe invece succedere qualora il punto di non ritorno fosse già stato raggiunto e/o abbondantemente superato? Al netto di tutte queste domande, un articolo de Le Scienze riporta la testimonianza di un ennesimo campanello d'allarme da non sottovalutare:
"[...] Febbraio è uno dei primi mesi [...] a poter vantare concentrazioni di anidride carbonica pari a 400 parti per milione [...]. Concentrazioni simili di CO2 in atmosfera forse non si vedevano da 23 milioni anni, quando finì l'Oligocene, un'epoca di progressivo raffreddamento climatico che assai probabilmente vide le concentrazioni di CO2 crollare da livelli ben superiori a 1000 ppm. [...]"
I livelli potrebbero forse salire ulteriormente? Cosa potrebbe comportare una presenza così massiccia di anidride carbonica nell'atmosfera? E' davvero un segno tangibile di un declino ormai irrecuperabile nei confronti delle possibilità per il futuro dell'umanità e del pianeta Terra?
Sono moltissime le domande che un dato come questo può porre, in quanto enormemente complicata risulta essere la disciplina da dover cercare di definire nel loro aspetto globale.
I livelli delle emissioni registrate potrebbero aggravarsi in un futuro non lontano?
A questa domanda non pare esserci risposta negativa, purtroppo. Citando l'articolo è infatti possibile riportare i dati ed i potenziali rischi definiti nel seguito:
"[...] le concentrazioni atmosferiche di CO2 aumentano di più di due ppm all'anno. Un incremento dello 0,04 per cento può sembrare un'inezia, ma è bastato a far aumentare finora la temperatura media annuale globale di 0,8 °C. [...] un ulteriore riscaldamento è in arrivo, dato che esiste un ritardo tra le emissioni di CO2 e il calore in più che ogni sua molecola intrappolerà nel corso del tempo, avvolgendo il pianeta in una coperta sempre più spessa. [...]"
Potrebbero esserci aumenti di temperatura assai superiori a quello di 2°C stimato per la sostenibilità umana? Il punto di vita del pianeta Terra non coincide, infatti, con quello di sostenibilità umana ed animale. La nostra a stronave sembra infatti essere abituata a livelli ben più incrinati:
"[...] questo può essere un cambiamento climatico superiore a quello che può gestire la civiltà umana, come pure molti altri animali e piante che vivono sulla Terra [...]. Il pianeta [...] se la caverà: sulla base della documentazione geologica gli scienziati stimano che in passato la Terra abbia visto livelli anche superiori alle 1000 ppm. [...]"
A quali risultati potrebbe portare questa china, qualora non si riuscisse a dare effettiva operatività ai piani per la razionalizzazione energetica e la diminuzione di emissioni attualmente messi in campo dalle autorità sovranazionali? Sembrano essere infatti molte, nonostante le premesse maturate fino ad oggi, le aspettative riposte negli Stati più grandi a livello globale:
"[...] Il cambiamento climatico è inevitabile e [...] può esserlo anche un cambiamento di regime alimentare. [...] Oggi le nazioni hanno difficoltà a definire un piano globale per ridurre l'inquinamento che provoca i cambiamenti climatici: il testo su cui si sta attualmente negoziando conta [...] 90 pagine. [...] I piani elaborati da Cina, Unione Europea e Stati Uniti sono [...] ampiamente noti, se non formalmente presentati. Complessivamente, sono i passi più impegnativi mai intrapresi per affrontare il riscaldamento globale, ma le analisi scientifiche suggeriscono che sono probabilmente inadeguati alla prevenzione dei fenomeni di cambiamento climatico. Unione europea, Stati Uniti e Cina fanno ancora affidamento sui combustibili fossili e finora il mondo è stato lento nel cambiare questa abitudine. [...]"
Quale futuro poter avere dunque davanti? La difficoltà più grande dovrà essere cercare di gestire e migliorare l'enorme spread esistente a livello ambientale. Non è solo questione finanziaria, i problemi esistenti sembrano essere infinitamente maggiori e più complessi.
Fonte: " CO2: raggiunti i livelli più alti in 23 milioni di anni", LeScienze.it
(http://www.lescienze.it/news/2015/03/11/news/superamento_limite_co2_atmosfera_400_ppm_riscaldamento-2519479/)
Fonte immagine: arpat.toscana.it