Confesso. La mia frequente insonnia è fonte di continua ispirazione. Agata permettendo, naturalmente. Nel senso che non ama si accenda la luce nel cuore della notte e, per rispetto, mi ritrovo a pensare al buio, a piedi scalzi, a mac soffuso.
In questi giorni i solleciti a pagare il canone ("un tributo come tutti gli altri"), accompagnati da spezzoni di vecchie trasmissioni televisive, mi hanno fatto tornare indietro nel tempo, all'amato "elettrodomestico" televisione, completo di tubo catodico, colori seppiati e centrino ricamato a mano. Decoro vezzoso immancabile, come le manopole laterali dorate. E ovviamente mi è partita la curiosità.
Sapete quando è stata l'ultima volta che ho "visto" la passione legata al cibo? In un cappuccino.Mattina fredda, bar sconosciuto per un caffè veloce con il mio capo. Entra un uomo: alto, solido, vestito di scuro. Ordina un cappuccino alla barista che lo saluta, riconoscendolo. Apre una bustina di zucchero che versa uniformemente sulla schiuma. Poi prende la tazza con la mano sinistra e, roteandola, e lasciando il manico sulla destra, "morde" la schiuma resa dolce dai cristalli di zucchero. Una danza appagante, un giro goloso. E poi termina la bevanda con un paio di sorsi. I suoi occhi si illuminano quando vede entrare una donna: da come si avvicina a lui capisco che non sono semplici conoscenti. I loro sguardi si avvicinano e le labbra di lei risultano golose come la schiuma appena bevuta.Ecco, forse è da questo che bisognerebbe ricominciare. Dal cibo che parte dallo stomaco per arrivare al cuore.E forse dovrei iniziare a dormire un po' di più, come giustamente mi consigliava l'altro giorno Fernando, mentre mi raccontava di questo Vino Nobile di Montepulciano Riserva Docg 2004, prodotto dall'azienda agricola Palazzo Vecchio, la cui elegante armonia, così ricca di sentori persistenti ben si accompagna al piatto che vi presento oggi. Un incontro gradevole e con una sorpresa finale.
Risotto di verza, lardo e GravariolIngredienti360 gr riso Carnaroli de Tacchi (o comunque un buon riso carnaroli), 1 cipolla piccola, 80 gr di lardo (non necessariamente di Colonnata, basta che sia un po' speziato e buono), 1/4 di verza fresca (circa 160 gr di verdura pulita), 100 gr di Gravariol (o comunque un formaggio erborinato, anche vaccino, affinato con erbe aromatiche), pepe nero lungo, vino bianco secco, burro chiarificato, brodo vegetale, sale.ProcedimentoIn un tegame dal fondo pesante (sarebbe meglio in ghisa e conoscete il mio amore per le cocotte Staub) rosolare a fuoco basso il lardo tagliato in dadolada fino a quando il grasso diventa trasparente, togliere i ciccioli, metterli da parte e versare nella pentola la cipolla tritata. Rosolarla un po' e unire la verza mondata tagliata a julienne. Mescolare bene, spruzzare appena di vino bianco e cucinare coperto per circa 10'-15'. La verza deve risultare morbida ma non sfatta.In un altro tegame scaldare un po' di olio evo e tostare il riso, sfumarlo con un po' di vino bianco, unirlo alla verza ed iniziare la cottura consueta, aggiungendo il brodo caldo.Dopo circa 14' assaggiare per testare la cottura, regolare appena di sale, unire la maggior parte del Gravariol in dadolada (tenerne un po' di briciolame per decoro all'impiattamento) e il burro per la mantecatura. Lasciare coperto per 2' e servire immediatamente.Se lo si desidera, unire prima della mantecatura il lardo (allora dovrebbe essere inutile la salatura) cotto precedentemente qualora si desiderasse un mix di gusto e di profumi davvero insolito e molto gratificante.