Fra un condono e un baciamano, Silvio vola alla festa di Putin. Ci sarà una hard-cake indimenticabile
Creato il 08 ottobre 2011 da Massimoconsorti
@massimoconsorti
La guida del paese è un fardello dal quale lo libereremmo volentieri se questa fosse una democrazia vera e non una repubblica delle banane populista e meretrice. Manderemmo di buon grado Silvio Berlusconi da Putin e non (solo) per la festa di compleanno dell’ex Kgb, ma per farcelo restare per sempre. Chi lo dice che una dacia sulle rive del lago Valdai sia peggio di una villa ad Antigua? Ci priveremmo, insomma, della presenza imbarazzante del peggior uomo politico della storia repubblicana perché siamo stanchi del suo qualunquismo d’accatto, del suo paraculismo spinto all’eccesso, della sua volgare presenza umana. Ma, per l’appunto, l’Italia non è un paese democratico perché manca del presupposto essenziale per esserlo: il rispetto delle minoranze. E per Silvio, tutti coloro che non lo adulano e non si genuflettono alla sua presenza, sono la minoranza. Ieri eravamo ad Ancona e siamo capitati proprio dove gli studenti stavano manifestando contro la Gelmini e la sua vuota pochezza. Che la colonna sonora dei ragazzi fosse costituita dalle canzoni di De André, di Guccini, dei Têtes de Bois e dell’arrangiamento di “Bella ciao” è solo un indizio del fatto che il loro cervello non è stato spappolato da “Amici”. Sono preoccupati sì del loro futuro ma lo sono ancora di più del loro presente, del magma nel quale vivono vedendo gli altri prosperare. Sta salendo il livello di incazzatura degli studenti che, qualora dovesse fare il paio con la pazienza ormai esaurita degli operai, dei disoccupati, dei sottoccupati, dei cassintegrati, dei contrattisti a termine e dei lavoratori giornalieri dei campi di pomodori, diventerebbe un guaio molto serio e ieri ne abbiamo avuto la dimostrazione. Chi spacca le vetrine e lancia uova e frutta avariata non è un delinquente, solo un esasperato; chi decide di bloccare il traffico nelle grandi città non è un disfattista per vocazione né, per forza, un esponente dei centri sociali, spesso è solo un giovane che vorrebbe avere la sua vita nelle sue mani, e non in quelle di Gnazio La Russa che lo manda a crepare, per soldi, in Afghanistan. Ma i giovani non rientrano fra le priorità del presidente del consiglio: i suoi figli li ha sistemati tutti per l’eternità e a quelli degli altri, forse sarebbe meglio dire a “quelle”, pensa il ragionier Spinelli dopo un attento esame del book fotografico. L’ultima idea geniale del premier è un altro condono tombale. La giustificazione sempre la stessa: “Questo è un paese vessato dalle tasse”. Quando Silvio pensa a un condono tombale lo fa perché deve salvare una parte ingente del suo patrimonio a poco prezzo, accontentando, in questo modo, anche una buona parte del suo elettorato di evasori fiscali parziali e totali. Che gli ridano tutti dietro è un inciso al quale Berlusconi non fa più caso, sbeffeggiato com’è dall'intero mondo e dal lato chiaro della Luna. Il presidente del consiglio mantiene intatta negli anni la sua strategia del mordi e fuggi. Prima dichiara: “Arriveremo fino al 2013. A me non c’è nessuna alternativa. Questa sinistra comunista è inaffidabile. I giudici sono dei criminali. Al condono ci sto seriamente pensando e, siccome sto fondendo, me ne vado dal mio amico Putin a festeggiare il suo 59esimo compleanno, almeno, per una volta, posso trombare senza essere né spiato né intercettato”. Siccome la partecipazione a una festa di compleanno non è un affare di Stato ma strettamente personale, ci piacerebbe sapere con che mezzo Silvio volerà in Russia. Statene certi, sarà l’Air Force One, gentilmente prestato da Barack Obama con l’assicurazione che, finito il viaggio, Silvio lo disinfetti dalla punta alla coda. Non è un caso, e non lo è stato il 7 ottobre del 2006, che il compleanno di Vlady Putin coincida con l’assassinio di Anna Politkovskaja. È trascorso un lustro e ancora quel regalo fatto al presidente russo nel giorno del suo genetliaco, non ha un nome né un cognome né mai lo avrà. Anche l’unico indiziato è stato scarcerato, e la convinzione che la giornalista si sia sparata un colpo di pistola in piena faccia, sta prepotentemente prendendo piede. Silvio va in Russia oltre che per la hard-cake anche per questo motivo: i russi sanno come si festeggia degnamente un capo di stato, gli ammazzano i nemici, uno alla volta.
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