Fract OSC – Recensione

Da Videogiochi @ZGiochi
Recensione del 27/05/2014

PC TESTATO SU
PC

Genere: Musicale, Puzzle

Sviluppatore: Phosfiend Systems

Produttore: Phosfiend Systems

Distributore: Digitale

Lingua: Inglese

Giocatori: 1

Data di uscita: 22/04/2014

VISITA LA SCHEDA DI Fract OSC

Originale... ... Eccetto gli enigmi, anche troppo semplici

Ottima colonna sonora La mancanza del tasto salto può creare problemi

Graficamente piacevole... ... Se si apprezza il particolare stile grafico proposto

Immaginate un mondo buio, spento e apparentemente senza vita; immaginate di girovagare al suo interno e di avere il potere di rianimarlo con musica ed effetti luce che vanno a tempo. Questo, in sintesi, è Fract OSC, titolo indipendente sviluppato da Phosfiend System dotato di uno stile visivo astratto e minimalista, nonché di una musica prevalentemente elettronica.

Rez si fonde con Tron

Descritto dagli stessi programmatori come un “Myst che incontra Rez che incontra Tron“, in Fract OSC il giocatore verrà teletrasportato in un mondo indistinto apparentemente senza vita, silenzioso e buio: sarà chiamato ad esplorarlo, al fine di trovare e attivare diversi meccanismi in grado di ridonare linfa al pianeta a suon di musica elettronica e luci stroboscopiche, che, a loro volta, attiveranno ponti, ascensori e teletrasporti che permetteranno di accedere a nuove aree. Visto che il gioco non prevede la possibilità di saltare, l’unico modo per procedere oltre è quello di individuare, sparsi per il mondo, dei puzzle, attivarne l’interfaccia interattiva, risolverli e infine avanzare alla ricerca del prossimo puzzle, ravvivando gli enormi livelli con raggi di luce, enormi strutture e musica, man mano che si procede nell’avventura. Ciò che si evince fin da subito è che Fract OSC vuole dare il minor numero possibile di informazioni al giocatore. Lo stesso tutorial fornisce solo piccoli consigli su come si gioca. Questo costringerà l’utente ad esplorare il mondo in ogni singolo anfratto, saggiandone la strana composizione e le sue bizzarre architetture. Quello che forse gli sviluppatori non hanno pensato, tuttavia, è che più che costringere il giocatore ad esplorare hanno reso forse il gioco un po’ troppo poco intuitivo, soprattutto nella parte iniziale, dove tutto è buio e silenzioso e ogni tentativo di capire il titolo verrà rimproverato con ulteriore silenzio.

La mancanza del tasto salto crea ulteriore scompiglio e frustrazione quando la controparte ludica si bloccherà in sporgenze di pochi centimetri, impedendo al giocatore di procedere oltre, costringendolo a cercare il binario invisibile sul quale muoversi, per non incorrere ulteriormente in questi problemi. Risolvere i primi enigmi migliora la situazione, anche se non di molto,  illuminando così un po’ più lo scenario, mostrando però il fianco a quella che è la più grande debolezza di Fract OSC: gli enigmi. Non particolarmente originali e facilmente risolvibili, troviamo in tutto il gioco tre tipologie di puzzle: il primo si ispira al vecchio Pipe Mania, il cui scopo era quello di connettere dei tubi posti su di una griglia, in modo da trasportare un flusso, all’epoca d’acqua, da un punto ad un altro; non tanto diversa è la seconda tipologia, che altro non è che una variante del primo, con l’unica differenza che vi sono piattaforme da ruotare o muovere sempre allo scopo di far passare il solito flusso energetico; la terza tipologia invece si discosta molto dalle prime due, qui bisognerà spostare alcuni cubi in posizioni specifiche. Oltre alla mancanza di originalità, i puzzle risultano semplici e poco impegnativi, portando alla soluzione in pochi minuti. Al termine di ogni enigma, Fract OSC sfida il giocatore a creare uno specifico ritmo con l’ausilio di un sintetizzatore; qui le cose si fanno più interessanti, grazie anche ad indizi visivi e sonori che aiuteranno a comporre il giusto brano.

Tecnicamente il titolo è di tutto rispetto, ma molto particolare. Chi adora la realtà virtuale in stile anni ’80 non avrà difficoltà a lasciarsi coinvolgere dalla perfetta fusione tra musica in pieno stile Daft Punk e una grafica a metà strada tra “Tron” e la realtà virtuale de “Il Tagliaerbe”. Il tutto ben miscelato in un’esperienza sensoriale irrefrenabile e penetrante, capace di coinvolgere il giocatore radicalmente, sempre che i gusti dell’utente siano in sintonia con lo stile grafico e musicale del titolo.

IN CONCLUSIONE
Fract OSC, con una spinta in più, avrebbe potuto essere qualcosa di più importante: qualche comando in più lo avrebbe reso un pelo più intuitivo, qualche enigma più coinvolgente e, perché no, avrebbe potuto possedere una trama. Tuttavia, il titolo non è del tutto da penalizzare, grazie alla sua freschezza, nonché agli evidenti e notevoli sforzi nel tentativo di portare una novità surreale rispetto allo standard del videogioco moderno. Nonostante i problemi nel gameplay menzionati poco sopra, il gioco è in grado di stupire, anche se non tutti, e vale quindi la pena provarlo dandogli una opportunità. ZVOTO 6.5
Voto dei lettori6.67
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