Magazine Diario personale

Fragilità.

Da Mariellas
Sono nata fragile. Piccolo vaso di cristallo smerigliato, pieno di sbarluccichii dovuti ai riflessi di sole che amavo attirare a me mentre mi avvicinavo alla vita.All'inizio docile, amante della poesia e di quella luce vivida che notavo negli sguardi di altri.Più avanti, più grandi;  a prima vista infiniti.Dolcezza e ritrosia, nelle espressioni, nei sorrisi, nelle giravolte del cuore. Piccolo e acerbo il mio cuore: eppure capace di slanci improvvisi da coprire con rossori accesi e involontari.Amavo tutto: la pagina lisa e consumata di un vecchio libro di mio padre che mi aveva portato lontano.La pasta lavorata a lungo che mia nonna preparava e trasformava in eccellente pranzo, tripudio di gusto per il palato.La sciarpa profumata di mia madre, colore tenue e discreto come goccia ed essenza di lei.I capelli lunghi e lisci di mia sorella, così puri, eleganti; eppur distanti dalla mia ingarbugliata realtà.Le testa mora e quella bionda degli ultimi due nati, così vicine. Da proteggere.Le ginocchia sbucciate, una cicatrice lungo l'arcata sopraccigliare sinistra: le frequenti cadute. Segni che ancora oggi mi ricordano la ribelle che convive in me.Il suono di alcune parole sentite alla radio: di cui non comprendevo il senso ma ne amavo la musicalità piena, viva, che mi accendeva di gioia.I tormenti successivi, dovuti alla strada sempre in salita e così faticosa, hanno fatto in modo che mi costruissi una leggera corazza.Necessaria a proteggere il cristallo, ma non a nasconderlo.E quando, una mano più decisa e crudele di altre si avvicina a toccarlo ecco che, come sempre, scatta la difesa. La corazza si anima, e come un'ascia ben affilata cala e colpisce.A volte sbaglia, non sempre le mani decise sono foriere di dolore.Il problema è che, di dolore ho colmo il pozzo. Non vorrei tracimasse portandomi di nuovo con sè.Sapendo che è stata così dura ripartire l'altra volta. La fragilità mi appartiene in realtà, come un vestito amatissimo di cui conosco ogni cucitura.  Sta solo a me fare in modo che le cuciture mi rappresentino ancora per tutti gli anni a venire. Nonostante forbici estranee possano provare ad aprirle, per dare all'abito un taglio diverso. Cercando di arrivare al centro per snaturare la parte più profonda di me. Io farò in modo tutto questo non avvenga. Ed il vestito rosso continui a starmi perfetto addosso. Assieme al mio sorriso.
(@Mariella Esse  - tutti i diritti riservati)

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