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Fragments of a Baltic Trip - Italians do it better

Creato il 06 agosto 2011 da Mapo
I paesi baltici, si sa, a volte non sembrano brillare per la varietà dei loro paesaggi una volta usciti dalle principali città. La campagna di questi luoghi verdi e pianeggianti alla periferia più prossima dell'Europa, scorre spesso monotona dal finestrino dell'automobile, mentre si percorrono km infiniti senza incontrare altro che case sparute qua e là, animali di ogni sorta e inspiegabili e frequentissime fermate dell'autobus perse nel nulla.
Si può pertanto facilmente comprendere quale sensazione di sorpresa possa suscitare, nel bel mezzo di questo che a volte sembra un oblio dell'anima prima ancora che del corpo, l'imbattersi in un palazzo settecentesco con tanto di sontuose stanze barocche ricoperte di pregiati affreschi e soffitti decorati da stucchi di mirabile fattura. All'esterno un parco con erba all'inglese, sontuose fontane e folte siepi a fare da margine a bianchi corridoi di ghiaia, costellati da chioschi improvvisati dove ragazzine bionde e ammiccanti vendono gelati riparate dal sole da ombrelloni dell'Algida. Tutto intorno un panorama di boschi a perdita d'occhio, interrotto a tratti da un trenino turistico con la solita guida poliglotta ad illustrare la magnificenza indicando qua e là dalla prima carrozza.
Fragments of a Baltic Trip - Italians do it better
Siamo nei dintorni di Bauska, nel bel mezzo della Zemgate, una regione pianeggiante (ma va!) ad un'oretta da Riga, Lettonia. Il palazzo in questione si chiama Palazzo di Rundale.Il livello di stupore sale alla tacca successiva quando, guida alla mano, si scopre che questo piccolo gioiellino è opera di un italiano, tale Bartolomeo Rastrelli (Firenze 1700 - San Pietroburgo 1771). Insomma, una piccola parte di stivale anche in questo angolo di ex-URSS, nonostante i tentativi di dissimulare il contributo italiano con dubbie traduzioni in cirillico di nomi e cognomi!
Fragments of a Baltic Trip - Italians do it betterCome molti altri a queste latitudini, l'edificio, restaurato nel 2001, se l'è vista brutta durante l'omni-citato "Soviet period" quando, non capendo bene che farci, venne a fasi abbandonato o destinato agli usi più svariati (abitazioni, luogo di rappresentanza, persino un asilo!). 
A colpirmi di più, però, è stata la storia di questo famoso architetto dell'epoca che, dalla nostra toscana, arrivò a costruire le stanze in cui dormirono gli zar. E' notte, tempo di fiabe che fanno dormire. Così, se riesco a resistere, ve la racconto!
Nel 1710 Anna Ioannovna (che, se guardate il ritratto su Wikipedia non è esattamente la tipica modella russa), una nipote di Pietro il Grande, si sposa con il duca di Curlandia (il nome, per quanto ridicolo, non è di fantasia). Si tratta, senza dubbio, di un matrimonio di interesse di stato con cui la Russia voleva allargare la sua sfera di influenza. Nel 1730, alla morte di Pietro, la nostra cara Anna si autoincorona imperatrice di Russia.E qui entra in scena il barone tedesco Ernst Johann von Buhren (che si scrive con due puntini sulla u!! e che, a giudicare dal ritratto, era un tronfio ciccione presumibilmente dislipidemico, diabetico e iperteso), una sorta di avventuriero nelle terre di Curlandia dalla sorte incerta arrivato a rivestire la carica di amministratore personale dell'imperatrice sia per quanto riguardava gli affari istituzionali che non (esatto, se la portava a letto - e questa non è una favola per bambini!).Ben più interessata ad altro che a fare l'amministratrice dell'impero, Annina pensa bene di mettere un po' tutta la baracca nelle mani di Von Buren (che si scrive sempre con due puntini sulla u!!) e di una piccola enclave di aristocratici. Questo sparuto gruppo di personaggi di dubbio calibro, che faceva della corruzione e della mano pesante le armi principali per l'amministrazione dell'impero, divenne presto inviso al popolo e al resto della nobiltà russa. Ma visto che Von Buren (che si scrive sempre con due punti sulla u!!) si infilava direttamente tra le lenzuola fresche di bucato della zarina, gli viene concesso un po' tutto, persino la costruzione di un palazzo che fosse più degno del suo calibro.Ed ecco che arriva il turno anche del nostro caro Rastrelli, famoso architetto dell'epoca, che viene incaricato di realizzare il palazzo di Rundale e messo a capo di un'equipe di 1000 manovali che lavorarono al progetto contemporaneamente a partire dal 1736. Alla fine dei lavori il cantiere avrebbe dovuto essere trasferito nell'Italia del Sud, per ultimare la Salerno-Reggio Calabria. All'epoca il fiorentino aveva 36 anni, un po' come tutte le persone che al giorno d'oggi, in Italia, ricoprono incarichi di una certa responsabilità.L'anno successivo muore il duca di Curlandia (che, se non si fosse capito è la regione dove sorge il palazzo) e Annina nomina von Buren (che si scrive sempre con due punti sulla u!!) suo successore, probabilmente sulla base di un concorso pubblico truccato in cui le graduatorie vennero corrette in qualche polveroso ufficio romano e sulla base di una serie di prove scritte opinabili. Una storia già nota, ma almeno questa volta, per ottenere un incarico, è un uomo che deve andare a letto con una donna e non viceversa.Fragments of a Baltic Trip - Italians do it better
L'arrivista megalomane (una sorta di antico Capezzone), insignito del titolo di duca, mette al bando ogni pudore e decide di commissionare a Rastrelli (nella foto il duca che illustra all'architetto alcune migliorie), sembra senza regolare appalto, un palazzo ancora più grande a Jelgava, da usare come residenza per tutto l'anno.Tutto sembra far pensare all'ennesimo abuso edilizio imminente quando, nel 1740, Anna muore (probabilmente durante un amplesso tra le braccia di von Buren e i suoi puntini sulla u). Venuta meno il suo principale sponsor, il duca di Curlandia viene costretto ad abdicare da i nobili (che lo odiano con tutte le loro forze come solo un raccomandato si può odiare) che lo spediscono in esilio per tutta la durata del regno dell'imperatrice Elisabetta di Russia.Von Buren (che al confino perde i puntini ma non il vizio!) rientra dalla finestra nel 1763 quando sale al trono, nella fantastica società matriarcale della russia del '700, Caterina la grande. I lavori al palazzo di Rundale possono quindi riprendere sotto la sapiente guida di Rastrelli (che, per non saper ne leggere né scrivere, questa volta si porta appresso i due connazionali Francesco Martini e Carlo Zucchi), per essere completati nel 1768, in stile rococo.Von Buren si gode il palazzo fino al 1795 quando, con la spartizione della Polonia, la Curlandia diventa territorio russo a tutti gli effetti e Caterina regala questa elegante depandance a uno dei suoi favoriti, tale Subov. Vuoi vedere che se lo portava a letto?La storia si ripete. Sempre!

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