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Fragola & The Movies: On the road

Creato il 07 novembre 2012 da Strawberry @SabyFrag

 

A volte ritornano. Rispolvero la rubrica dei film perché forse finalmente mi è tornata un po’ di voglia di cinema. E viso che avevo preannunciato alle amiche del GdL che lo avrei visto, ora lo commento pure, perché a mio pare merita di essere commentato. Si tratta di On the Road di W. Salles

 

Fragola & The Movies: On the road

 

 

Titolo: On the road

Anno: 2012

Paese: USA

Regia: Walter Salles

Cast: Sam Riley, Kisten Stewart, Garrett Hedlum, Kirsten Dunst, Viggo Mortensen

 

 

 

 

 

 

Il film, come ben saprete, è basato sul famoso romanzo di Jack Kerouac, Sulla strada, vero e proprio manifesto della beat generation, quella compagine di artisti e scrittori vissuti a cavallo degli anni ‘40 e ‘50 che segnò un profondo cambiamento della mentalità americana e apportò interessanti innovazioni nel campo della letteratura e della cultura in generale. Ora, come adattamento cinematografico, non mi sento di denigrarlo in toto. Non è male se paragonato ad altre trasposizioni inquietanti e fallimentari e anche chi era con me, pur non avendo mai letto il libro, non ha faticato a trovare un nesso e a seguire la vicenda. Anche perché la storia in sé non è tra le più complicate. Certo non si può parlare di un SI a tutto tondo. Diciamo che è un NI.

Salles è il regista di uno dei film nella mia Top 20 di sempre, ovvero “I diari della motocicletta”, e qui manifesta ancora il desiderio di raccontare il cammino, le strade che si snocciolano fino all’orizzonte, l’andare senza mai fermarsi. Peccato che a differenza del suo film precedente, questo sogno su strada non si realizza pienamente. Non è cosa facile tradurre in immagini un romanzo che fu scritto di getto, in un flusso senza freni di parole e sensazioni, che pare seguire come unico filo conduttore la linea che separa le corsie lungo le strade d’America. Il compito è più una sfida ma credo che si sarebbe potuto fare di più. On the road non è un libro che ho amato molto, ma ricordo distintamente e con piacere le emozioni vissute soprattutto nei momenti in cui i personaggi sono in movimento, nei loro viaggi spericolati da una costa all’altra. Sono quelli i momenti in cui Sal fa gli  incontri più strani e durante i quali lui, Dean e Marylou progettano un futuro che non verrà mai. Nel film, invece, questi sono momenti sono perlopiù abbozzati, semplici e fugaci fotogrammi che sussurrano, suggeriscono, ma non dicono. Il risultato è una successione di sequenze a volte disarticolate e l’impressione che spesso tutta l’avventura non si possa riassumere che in sesso, droga e jazz, che il rock ‘n roll non era ancora arrivato.

Per quanto riguarda gli attori, Dean Moriarty interpretato da Garrett Hedlum (l’avrete visto in Tron – Legacy) , il vero protagonista del romanzo, risulta quasi insipido, scolorito rispetto al suo corrispondente di carta, un pazzo come tanti altri e non “il pazzo” come ce lo descrive Kerouac. Inoltre è fin troppo bello per essere Dean. Sal Paradise, voce narrante della storia, è interpretato discretamente da Sam Riley che fornisce l’immagine che mi ero già fatta del personaggio: una sorta di testimone quasi silenzioso, completamente soggiogato dal fascino di Dean da lasciarsi trascinare in qualsiasi nefandezza, spesso pagandone lo scotto. Un po’ zerbino, eterna seconda scelta, spesso capro espiatorio.

La Stewart invece pecca forse di un eccesso di zelo. Marylou è una ragazza problematica, che di sicuro ha avuto un’infanzia difficile, una vita disastrosa e, senza stare a chiamare in causa troppo Freud e la psicanalisi, si trascina in una vita fatta di uomini a cui si concede per avere una sicurezza che non ha mai avuto. E di sicuro un pizzico (un pizzico abbondante, diciamo) di libertinismo non le manca. Nelle mani di Kirsten, finalmente libera dalle paturnie vampiresche e scaricato anche il suo fu grande amore sullo schermo e non Mr Porcellain Pattinson, il personaggio diventa una specie di assatanata del sesso, dove ogni momento è buono per mostrarsi nuda e mettere mani, bocca e altre cose dappertutto e specialmente su tutti. Il suo lato nascosto, che vorrebbe giustificarla del suo atteggiamento, appare solo per pochi secondi mentre uno dei tanti autostoppisti intona una canzone super deprimente e quando si mette un rossetto che le sta malissimo a quasi 3 quarti del film, sembra voler dare un maggior spessore ma è solo un attimo. Tuttavia non si può dire che la parte le sia uscita malissimo. Di sicuro è molto più vivace dei personaggi maschili. E in fondo Marylou non mi era mai stata simpatica.

Una piccola menzione la faccio a  Kirsten Dunst, che riesce a far uscire dall’ombra l’altra donna di Dean, Camille. Un personaggio che nel libro è quasi solo un fantasma molesto e che invece nel film, grazie all’attrice di Spiderman e The Wedding Party, assume corposità e si rivela in tutte le sue sfumature (poche ma ci sono). Infine l’apparizione di Viggo Mortensen nonserve a risollevare le sorti, sebbene con quella faccia lì non avrei dato il ruolo di Old Bull Lee (ovvero lo scrittore William  S. Burroughs) a nessun altro.

Il film, tra alti e bassi, scorre e ci si perde tra le strade di campagna e le highway statunitensi. Davanti a noi scorrono New York con quell’aria un pò gangster, San Francisco, Denver dalle sembianze sciatte, il Mississipi umido e allucinato, fino ad arrivare a un Messico psichedelico. Non nego di aver provato un certo fascino nell’assistere a quella moltitudine di immagini e colori.

Eppure manca sempre qualcosa. On the road negli USA è un vero e proprio cult, un libro che ha fatto storia e che nei college americani viene ampiamente studiato. Ma il film non riesce a raggiungere quella natura epica che il romanzo e la generazione che ne derivò possiedono di fatto nell’immaginario collettivo. La dimensione del viaggio è piatta e annacquata. E per quanto l’idea di questo andare infinito intrighi, il film sembra solo stuzzicare lo spettatore senza mai dare vera soddisfazione. Quando infine Sal e Dean si incontrano per l’ultima volta, provi una sorta di sollievo nel vedere Sal lasciare l’amico lì al centro della strada. Il viaggio è finito. E forse, fino a quando Sal non comincia a scrivere su ciò che è stato, non è mai davvero cominciato.

Voto: 6. Buone potenzialità non sempre applicate. NI.

 

Questa sera niente popcorn: il riepilogo.

Riassuntino dei film visti negli ultimi tempi e debitamente schedati in Questa sera niente popcorn.

Kinsey. 7. La storia di Alfred Kinsey e del rapporto sulla sessualità umana che sconvolse l’America. Interessante e un buon Liam Neeson.

America Pie 2. 6. Una replica vista e rivista. Mi ricorda gli anni del liceo.

Le idi di Marzo. 7. Sinceramente mi aspettavo di più Quando è finito non avevo mica capito che era finito!

Scoop. 6. Uno di quei film di Woody che si rimpiangono. Per averli visti.

Dark Shadow. 7. Burton non ne azzecca una dal disastroso Alice in Wonderland. Qui ci prova il solito amico Deep a salvarlo, ma è davvero poca roba. Torna da noi Tim!

American Pie - Ancora insieme. 6. Spinti dalla nostalgia per gli anni della adolescenza, ci siamo visti anche l’ultimo (e spero davvero l’ultimo) capitolo della saga. Nostalgia portami via!

Crank. 6. Trovato per caso in tarda serata su Rai 4. Al protagonista è stato iniettato qualcosa che potrebbe farlo morire a meno che lui non sia sempre in modalità adrenalinica. Il classico film da “Bang! Boom! Splash!” come li chiamavo io da piccola quando me li faceva vedere mio papà. Il film ha un buon ritmo e ti ci credo dato che tutti i personaggi sono agitati per tutta la durata del film! Mi sono venute le palpitazioni a guardarlo…

Mi chiamo Sam. 8. Anche questa una seconda o tripla visione. Ho scoperto di non riuscire a resistere dal piangere per più di dieci minuti guardando questa pellicola. Straordinario Sean Penn. Oddio ora piango…

The Express. 7. Questi sono i film che becco nel pomeriggio a casa dei miei su Premium. Di mio non li vedrei ma il telecomando pesa e allora lascio a quel canale. Poi scopro che ho fatto bene. Una storia vera raccontata bene. Ci piace…

Killshot. 6. Come sopra. Beccato una sera con papà. Lui questi film se li vede e io gli faccio compagnia. Mikey Rourke convincente nei panni del killer. Joseph Gordon-Levitt ottimo come pazzo omicida. Per il resto niente di uovo sotto il sole.

Inception. 8. Recuperato alla grande. Finalmente! Mi è piaciuto, mi sono piaciuti gli attori (Di Caprio, Ellen Page e ancora Joseph Gordon-Levitt che a quanto pare ha mille facce) , per la storia ho ancora qualche pezzo che mi manca ma è davvero un film meritevole di ogni attenzione.

Un altro mondo. 8. Non linciatemi. Ma a me Silvio Muccino sta simpatico. Più o meno. E in ogni caso questa è una storia che ammorbidirebbe anche il cuore più coriaceo. Per andare oltre ogni differenza e diffidenza.

 

Alla prossima!

Fragola & The Movies: On the road

(per depistare tutti, mi metto a fare anche io l’intellettuale con ‘sto popo’ di libro..)


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