[…] E mi ritrovai a pensare che se, per caso, il me stesso d’oggi fosse di fronte al me stesso di due anni fa, direbbe quanto giustamente si sia meritato la tristezza, il dolore e il senso di disperazione che questi ben conosce… Troppo ingenuo, troppo egoista, ripiegato su stesso, il fratello gemello del recente passato, per accorgersi di quanto gli si andava compiendo attorno. E sebbene una maggior consapevolezza probabilmente non lo avrebbe comunque dispensato dal dolore, di certo sarebbe stata una sofferenza con un volto più riconoscibile, e, forse, accettabile… Sono cose della vita, in fondo, e ognuno di noi dev’essere in grado di comprenderle, e, per quanto possibile, gestirle… Fratello passato, ti abbraccio e ti sorrido, perché ciò che ora sono è l’espressione dei giorni che hai vissuto, delle lacrime che hai versato, degli interminabili momenti di scoramento e di assenza di prospettive che hai con fatica percorso… In un modo o nell’altro ciò che una volta eri è diventato ciò che ora sono, e anche se non posso affermare di essere migliore, più valido, più forte, di certo quest’incessante lavoro di scavo nelle profondità dell’interiorità, continua a portare alla luce, frammenti, reliquie, segni di personalità e spirito, che per accrezione, si sedimentano attorno ai sentimenti e al tempo… Un amaro sorriso mi si dipinge in volto, pensando a quanto insensata forse sia questa ricerca di senso, in me stesso, su me stesso e per me stesso. Probabilmente la meta ultima di questo ondivago vagare è solo il vuoto, una tabula rasa emozionale, che sgombri il campo da ogni frustrazione, ossessione, rimpianti, speranze… Lasciandosi alle spalle ogni vano significato, forse la vita si lascerà vivere con maggior docilità, dolcezza, graffiando e mordendo meno frequentemente e meno in profondità. Per cui, ragazzo che tanto mi assomigli, cerca di essere un pò meno stronzo, e di accettare gli altri, e i loro sentimenti, con maggior trasparenza, sincerità e compassione. Sforzati di essere senza difese, senza barriere, e vedrai che, in fondo, non ne hai davvero così bisogno. Se bisogna ferirsi sei tanto capace di farlo da te. Inutile avere paura della sofferenza e del dolore, sei il tuo peggior nemico, e le tue ombre, i tuoi fantasmi, sono ciò che più ti può danneggiare. Perciò, mentre il tempo scorre, traghettando simulacri e riflessi del passato in un presente per sua natura insondabile e impermanente, non posso che essere contento di essere stato ciò che tu un tempo eri. I tuoi limiti sono le mie potenzialità, i tuoi errori i miei punti di partenza… Ti porterò per sempre nel cuore, emblema di una realtà che è stata, in parte è ancora, e, in altri tempi, in altri luoghi ancora potrà essere e sarà. […]
Magazine Racconti
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