Frammenti Milanesi/1

Creato il 26 aprile 2010 da Mapo

Milano, suppongo, ha molte anime. Alcuni sostengono che non ne abbia nessuna, a me piace pensare che siano mille. E, forse, molte di più. Pensare di racchiudere da qualche parte le sensazioni che una nuova città riesce a dispensare giorno per giorno con le sue strade, i suoi mezzi pubblici, i suoi parchi (pochi) e i suoi abitanti (tanti), è forse una pretesa esagerata per un povero dottore che si divide tra le giornate in reparto e qualche passatempo per rimanere a galla. Perciò mi sento di volare più basso e ho deciso, volta per volta, di raccontare la città in cui mi trovo in base a piccoli frammenti. Dettagli che, altrimenti, andrebbero persi, ma che ho il sospetto valgano più di una piazza Duomo.Qui sotto metto il primo di quella che potrebbe essere una lunga serie o, forse, l'unico strappo su un mondo che si cela quotidianamente dietro il cielo di carta in cui siamo immersi.Del resto è con questa incertezza che è partito questo blog che, ormai, mi (e, spero vi) tiene compagnia da almeno 5 anni.
L'atmosfera è quella di un tram milanese fermo a P.ta Genova, semivuoto, un paio d'ore abbondanti dopo l'ora di punta, con le persone suddivise in parti uguali tra il divano di casa e i locali affollati per l'aperitivo. Di fronte a me siede un ragazzo giovane, avrà la mia età. Nelle orecchie due cuffie bianche attaccate ad un lettore mp3 che tiene tra le mani, addosso la camicia sgualcita da dipendente ATM. All'improvviso noto il suo volto: un po' paffuto, ma nel complesso ordinato. Me ne accorgo quasi subito: è scosso da mille tic che si susseguono imperterriti, uno dietro l'altro, senza lasciargli tregua, nemmeno per un secondo. Sembrano onde di un mare in crescendo. Gli occhi sono in perenne strizzare, senza pace, nemmeno per uno sguardo. A tratti sembrano ricordare i movimenti veloci e indecifrabili dei non vedenti, quando non sono nascosti dietro le lenti scure. Le mani sono in perenne movimento e spesso si trovano a sfregare energicamente il viso, come se si fosse appena svegliato. Provo un'immensa tristezza per lui e per la vena di nervosismo che, subdula, si scopre negli angoli di questa città.


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