L’autore, docente universitario in Francia, ci propone attraverso questo saggio la testimonianza, e senza diritto di replica da parte francese, di quelle che sono state le mostruosità compiute dalle èlites politiche del “paese dei lumi” negli anni del “dopo-colonialismo”.
Come prima e peggio di prima, insomma.
Una per tutte (ma l’elenco è lungo) a me viene in mente ciò che è accaduto in Rwanda prima, durante e dopo il “genocidio” da parte, appunto, francese.
E che mi è stata raccontata da un testimone oculare.
Ed è comprensibilissimo se, oggi, Paul Kagame,il dente avvelenato dagli eventi del prima e dopo, ha bandito definitivamente il francese dalle scuole e dagli uffici pubblici del suo Paese a favore del più internazionale “inglese”.
Ma, ritornando al libro di Ernest Nguong Moussavou, e alla denuncia spietata di pratiche vergognose in pieno XXI secolo, c’è da rimanere scioccati quanto a efferatezza della nostra “cugina” d’oltralpe.
In breve, solo danni e nessun rispetto dei diritti umani.
E credo che possa bastare.
Personalmente tremo pensando al Mali e a quello che potrebbe accadere anche se i segnali ci sono già tutti fino da adesso. E i maliani mal tollerano.
Moussavou , a proposito dei dittatori africani, non tace affatto di come siano giunti al potere con i soliti trucchi messi in atto da potenze straniere per il proprio loro esclusivo tornaconto. E mai- egli sottolinea - con l’accordo dei popoli.
Solo delle marionette. Dei burattini.
Marionette, però, avide.
Infatti, hanno saccheggiato, hanno ucciso, manipolato costituzioni, falsificato elezioni.
E le loro ricchezze, frutto di autentiche rapine, sono all’estero.
Una piccola-grande ingenuità io imputerei a Moussavou ed è quella di chiudere il suo saggio confidando nella speranza che finalmente, con Hollande, nella politica estera africana della Francia si possa voltare pagina.
Io dico, semmai, che la razza “padrona” resta sempre tale anche con il cambio della guardia.
a cura di Marianna Micheluzzi (Ukundimana)