Matrimonio in Chiesa
Il caso ha fatto il giro del web : il Parroco della Chiesa/Convento Maria SS. della Croce di Francavilla Fontana - in Puglia - fa firmare, prima del matrimonio, ai promessi sposi un contratto contenente molte indicazioni e restrizioni relative a musica, fotografie e addobbi floreali, oltre alla richiesta di un "compenso" di 170,00 Euro più 30,00 Euro per l'organista. Il compenso deve essere preferibilmente "saldato il giorno prima del matrimonio" ed è dovuto anche se avviene con la benedizione di un altro Parroco.Il tariffario della Conferenza episcopale pugliese del 2006 prevede, invece, un'offerta di 103 Euro - incluso il compenso per l'organista -.
Nel contratto sono, altresì, contenute molte indicazioni relative alla musica - non è consentito il canto solista, l'organo può essere accompagnato soltanto dal violino -, alle fotografie - i fotografi non possono salire i gradini dell'altare, non possono essere collocati fari per illuminare, gli invitati non possono fare foto durante la messa - e agli addobbi floreali - gli sposi sono invitati a "scelte di sobrietà, in armonia con lo spirito francescano della parrocchia", non si possono "addobbare i banchi della navata", nè "gettare petali sui gradini dell'altare o ai piedi delle composizioni"-.
Il contratto contiene indicazioni precise anche per quanto riguarda i canti: "Tutti i canti vengono scelti insieme al Parroco. La migliore esecuzione, anche nella celebrazione del matrimonio, sarebbe il canto dell'assemblea, come partecipazione attiva alla liturgia che si compie. Ove questo non fosse possibile, è tollerato il canto di un gruppo di persone il cui ruolo non deve limitarsi all'esecuzione di qualche a solo, con accenti lirici e teatrali, ma deve essere guida dell'assemblea, almeno nei canti dell'Ordinario della Messa. Non sono perciò consentiti brani, anche se celebri di musica concertistica, sinfonica o operistica, consuetudinalmente adoperati come musica sacra ma non liturgica".
Infine, "è assolutamente vietato l'uso dei coriandoli, fuochi d'artificio, colombi, palloncini, bolle di sapone".
Nel contratto sono, poi, richiesti nomi e recapiti telefonici di fotografi, organista - se non è quello della Chiesa - e fiorai.
I parrocchiani si sono infuriati non soltanto per il compenso - raddoppiato rispetto alle tariffe stabilite -, ma anche l'obbligo della firma di un contratto, la celebrazione del matrimonio previo pagamento di un compenso.
Il Parroco non ha voluto commentare, in particolare, l'importo del "compenso" richiesto, ritenendo si tratti di "una polemica inutile".
Il Vescovo a capo della Curia di Oria - della quale fa parte la Chiesa Maria SS. della Croce - ha invece dichiarato che non essere al corrente della vicenda e che si riserva di replicare dopo adeguaati approfondimenti.
Link al testo del contratto
Roma, 2 ottobre 2011 Avv. Daniela Conte
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