Aimer, boire et chanter, l’ultimo film di Alain Resnais, scomparso a inizio marzo alla veneranda età di novantuno primavere, è stato presentato in anteprima nazionale a France Odeon. Una prima nazionale o forse l’unica dal momento che anche Vous n’avez encore rien vu, il suo film precedente in Concorso a Cannes nel 2012 e transitato da France Odeon nello stesso anno, è ancora in attesa di una distribuzione dalle nostre parti e probabilmente lo resterà ancora per molto insieme a questo suo ultimo lavoro.
Resnais mette in scena una pièce teatrale, Life of Riley, del drammaturgo britannico Alan Ayckbourn a cui si era già rivolto in passato per Smoking/No Smoking e Cuori, facendo di necessità virtù e trasformando i pochi mezzi a disposizione – dovuti ad un budget esiguo e risicato – in veri e propri punti di forza.
Tre coppie di amici, alcuni dei quali membri di una compagnia teatrale amatoriale, sono messe a dura prova dalla notizia che un loro comune amico (George Riley, che non vedremo mai sulla scena ma di cui si sentirà parlare continuamente) ha pochi mesi di vita davanti a causa di un brutto male che gli è stato diagnosticato. Tra le dame del gruppo si scatena una sorta di gara di solidarietà per far sentire la propria vicinanza all’amico, ex marito per una, amore di gioventù per un’altra e possibile nuova fiamma per un’altra ancora.
Sfondi teatrali, primi piani innovativi contaminati dal fumetto e dalla pop art, riprese in esterni praticamente assenti sostituite da disegni. Tutto questo e molto altro ancora a dimostrazione di quanto fosse avanti il modo di fare cinema di Alain Resnais, la sua curiosità, la voglia d’innovare, la capacità di sperimentare e di stupire lo spettatore attraverso soluzioni visive assolutamente geniali e originali che gli hanno permesso di vincere il Premio Alfred Bauer per l’innovazione all’ultima edizione del Festival di Berlino.
Nella sua ultima opera il cineasta francese affronta nuovamente il tema della morte ma parla soprattutto della vita e dell’amore e, a differenza di Vous n’avez encore rien vu, lo fa con un approccio lieve, brioso e delicato caratterizzato da una costante ironia di fondo che gli consente di non prendersi mai troppo sul serio, giocando col pubblico e con i suoi fedelissimi attori. Il cast come sempre è composto principalmente da volti noti e familiari del cinema di Resnais, a partire dalla bravissima Sabine Azéma, musa e compagna dell’artista, fino ad arrivare ad André Dussollier già visto e ammirato in diversi suoi film.
Aimer, boire et chanter, girato con una grazia ed un tocco unici, intrattiene e diverte lo spettatore in attesa di vedere comparire sulla scena un George/Godot che ovviamente non si palesa mai, restando fuori campo fino all’epilogo dove il compianto regista transalpino ha in serbo per noi un’ultima, divertita e graffiante sorpresa.
Boris Schumacher