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Francesca Panzacchi intervista Bruno Elpis

Creato il 25 settembre 2011 da Ciessedizioni

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FRANCESCA PANZACCHI PRESENTA

Bruno Elpis

IL CARNEVALE DEI DELITTI

Un omicida seriale insanguina l’Italia con omicidi efferati. A Faggeto Lario Marina viene uccisa mentre esce dal lago ove si è tuffata. In provincia di Urbino, Ottavia viene accoltellata durante un festino per scambisti. Laura, un’egittologa che sta lavorando a una tesi rivoluzionaria su Tutankamon, viene assassinata nel suo studio… Indaga sul caso il commissario Giordan, un uomo che fa del ragionamento e dell’osservazione il proprio punto di forza, anche se la lotta contro la follia omicida sembra impari e, a tratti, disperata....

Cover Il Carnevale dei delitti

1 Bruno, come è nata l’idea che ha dato vita al romanzo?
Credo di essere una specie di “centrifuga”. Assorbo stimoli, accumulo spunti, elaboro idee. Sperimento. Memorizzo nel mio inconscio. Poi alla fine organizzo, spero con un po’ di creatività e con il gusto per l’espressione. Sicuramente letture e ricordi rivestono un ruolo fondamentale. Alcuni episodi di cronaca, nera (un delitto ove l’omicida ha coperto la vittima con un lenzuolo) e non, hanno dato il diapason alla mia fantasia. L’irrazionale da un lato mi attrae, dall’altro mi spaventa: mi interessa il processo di ricomposizione che ne può derivare.

2 Descrivilo con tre aggettivi
Il mio romanzo d’esordio è: impossibile (in quanto fantasioso e improbabile), ma – spero – moderatamente positivo e stimolante. Forse ho sforato il limite che mi hai imposto.

3 Raccontaci qualcosa del commissario Giordan
E’ una figura che rappresenta il mio desiderio di esplorare il baratro che a volte si spalanca nell’animo umano. E’ solitario, illuminato, ma a modo suo sentimentale. Sa ascoltare gli altri (caratteristica questa assai rara, oggi e nella nostra società). Sa creare intorno a sé relazioni positive e si confronta con il mondo dei giovani.

4 Come hai costruito il suo profilo psicologico?
Volevo creare, in una vicenda ove esplodono i controsensi e le forze del maligno, un personaggio che desse un messaggio positivo. Anche in occasione di eventi gravi. Non parlo degli omicidi, per quelli è ovvio. Alludo anche all’evento che, nel finale, annienta l’assassino seriale.

5 Qual è la valenza simbolica della maschera?
La maschera è un tema caro all’arte in generale. Le fiabe sono forse il primo contatto che ogni bimbo ha con il mondo della letteratura in senso lato. Pirandello è stato un autore fondamentale nella mia formazione e in lui il tema della maschera è centrale. La psicanalisi mi ha sempre attratto e, in fondo, analizzare significa “togliere la maschera”. Io ho trasposto questi temi, ovviamente senza pretese di confronto con autori così importanti e con la consapevolezza di attuare un modesto esperimento personale, con i miei limiti, in una specie di gioco: anche solo per illudermi di parlare di un argomento che ha un significato così profondo.

6 Quali sono i punti di forza del romanzo?
Per quanto mi riguarda, io mi sono appassionato ed emozionato nel comporlo. Spero che questo traspaia al lettore. Il mio cruccio è quello di annoiare, non vorrei mai farlo. Non pretendevo di scrivere un “giallo” particolarmente strutturato secondo i canoni tradizionali. Quindi ho abdicato all’aspetto tecnico (quello investigativo, quello forse della coerenza poliziesca della vicenda) e ho privilegiato le dimensioni che mi interessano: quella psicologica, quella descrittiva. I primi commenti di amici e lettori hanno manifestato interesse soprattutto per le rappresentazioni di ambienti e paesaggi. Qualcuno ha ritenuto la vicenda cinematografica o “scenografica” e… un amico pianista si è addirittura proposto per comporre la colonna sonora!

7 Com’è strutturato?
Il romanzo è narrato da due visuali opposte, fin dai primi paragrafi. Da un lato la narrazione oggettiva dei fatti, condotta dal punto di vista degli inquirenti, Giordan in prima linea. Dall’altro lato, l’assassino snocciola alcuni elementi del suo sentire, la sua “estetica” criminale nel porre in atto un progetto folle e propone al lettore alcune sue rivelazioni. Il canovaccio è quello delle maschere acquistate in un laboratorio veneziano. Ciascuna di esse viene collocata sul viso della vittima.

8 Quanto tempo hai impiegato per la stesura?
Il romanzo ha avuto una gestazione di circa un anno. E’ stato selezionato in un concorso, ma il tipo di pubblicazione che mi è stata offerta non mi ha soddisfatto. Ho atteso ancora un po’, fino a che Ciesse Edizioni mi ha proposto la pubblicazione. Poi, con la casa editrice, ho effettuato una revisione che è durata circa tre mesi.

9 A quali lettori si rivolge?
Io pensavo esclusivamente a un pubblico adulto. Poi ho saputo che alcuni compagni di scuola dei miei figli (liceali), l’hanno letto e apprezzato. Qualche amico mi ha ritenuto troppo severo (“Ma non guardi cosa trasmettono alla televisione?” Nossignori, sto lontano dalla TV!) nel giudicare la mia opera, che spero non contenga descrizioni violente. Il mio linguaggio è sempre accurato nella scelta dei termini. Quanto al genere, ritengo che sia adatto a chi ama i thriller psicologici o i racconti drammatici, che forse sono la mia vera vocazione.

10 Quali tematiche affronta?
Il romanzo affronta il tema dei complessi psicologici che affliggono l’uomo contemporaneo. Vittima e assassino ne sono affetti. Infine propongo un argomento di riflessione. Quello della vendetta e della giustizia sommaria. E, per bocca del commissario, prendo una posizione ben precisa.

11 Quanta importanza rivestono i luoghi dove hai scelto di ambientare la storia?
Fondamentale. Credo tu lo possa attestare, con la bellissima galleria fotografica che hai allestito: hai ritratto scorci ineguagliabili del lago di Como. I paesaggi lariani hanno una forza autonoma. Il lago cambia tutti i giorni: per luci, increspature, colori. E’ così espressivo! Anche i delitti li ho situati in luoghi affascinanti (Venezia, la spiaggia delle uova di Ventimiglia, l’arcipelago toscano…) a me molto cari. Spero di averli resi con l’intensità che si meritano, i luoghi.

12 Ci sono elementi autobiografici nei tuoi scritti?
E’ sempre molto difficile stabilire il discrimine – a volte talmente sottile! – tra se stessi e i propri scritti. Il romanzo, tuttavia, soprattutto se paragonato ad alcuni racconti che ho composto, è sicuramente quanto di meno autobiografico io abbia scritto.

13 Cosa ti piace leggere?
Quando un autore mi appassiona, ne leggo l’intera produzione: così ho fatto nell’adolescenza con Pirandello e Svevo, in gioventù con Moravia. E con altri autori negli anni successivi. Arrivando ai giorni nostri, amo – per motivi differenti - Guillaume Musso, Raul Montanari e, naturalmente, il “laghé” Andrea Vitali.

14 A quali progetti ti stai dedicando attualmente?
Sto cercando di valorizzare alcuni miei racconti, spaziando – anche per puro gusto di sperimentazione – tra diversi generi. Ormai ne ho composti un numero sufficiente per formare alcune raccolte tematiche. Sto curando diverse recensioni (tra tutte, cito la terna di commenti ai tre premi letterari 2011: Bancarella, Strega e e Campiello). Collaboro con diversi siti letterari. E mi accingo a revisionare il secondo episodio del commissario Giordan: quello nel quale, finalmente, si innamora!

Ciao Francesca, grazie di tutto, anche delle foto che mi hai donato.

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Foto

Bruno Elpis vive in provincia di Como e proprio sullo splendido lago ha ambientato la trilogia di romanzi del commissario Giordan, della quale “Il carnevale dei delitti” rappresenta il primo episodio. Consulente e dirigente aziendale, con lo pseudonimo di Bruno Elpis firma i suoi romanzi e i racconti gialli, fantasy e horror, alcuni selezionati in recenti concorsi letterari.

Titolo: Il carnevale dei delitti
Autore: Bruno Elpis
Editore: CIESSE Edizioni
Genere: Giallo
Collana: BLACK & YELLOW
Anno: 2011
Pagine: 176
Versioni: Libro, eBook
ISBN Libro: 978-88-97277-73-6
ISBN eBook: 978-88-97277-74-3
Libro: Euro 14,60
e-Book: Euro 7,30

www.brunoelpis.it
www.ciessedizioni.it/ilcarnevaledeidelitti.html


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