La sommossa popolare continua.
Viene assalito, nella mattinata, un autocarro con sopra il maresciallo dei carabinieri, Martelli, e dieci soldati, che vengono disarmati e percossi. L’automezzo viene poi incendiato.
Nel pomeriggio presso la Camera del Lavoro, viene fermata un’automobile sulla quale sono il questore con alcuni funzionari di pubblica sicurezza. Fatti scendere, sono allontanati imperiosamente ed anche quel veicolo viene messo fuori uso.
Intanto altri due camion con una cinquantina di militari comandanti dal capitano Pelosi e dal tenente Maggi, entrati in città dal ponte di Pisa, vengono fatti segno di colpi di arma da fuoco sparati dalle finestre di case adiacenti.
Viareggio – Piazza Cavour – Foto tratta da A Viareggio con il treno dei ricordi – Pezzini Ed. 1992
Gli autocarri giunti nei pressi di piazza Cavour vengono bloccati da un gruppo di rivoltosi fra i più accesi, i quali si impossessano delle armi ed incendiano i veicoli. Il tenente Maggi rimane ferito gravemente da un colpo di rivoltella.
I militari in buona parte reclute vengono poi condotti nei locali della Camera del Lavoro dove ricevono cibo e bevande. Viareggio è ora una città isolata. Le barricate erette nei punti strategici, sono presidiate da anarchici e massimalisti, mentre all’ingresso del palazzo municiapale vigilano le cosiddette “guardie rosse “.
Negli uffici comunali si è insediato in seduta permanente, un comitato rivoluzionario che sostituisce le autorità allontanate di forza, mentre pattuglie armate perlustrano le strade.
Per ristabilire l’ordine viene inviato a Viareggio il comandante la Divisione di Livorno, generale Castellazzi. Anch’egli ed il suo seguito sono disarmati e fatti prigionieri. L’automobile che li ha trasportati viene incendiata proprio di fronte alla caserma dei carabinieri.
( Francesco Bergamini, tratto da “Le Mille e una notizia” – Ed.La Bilancella, 1986 )
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