Francesco Bordi: “come assessore all’ambiente dico no all’inceneritore; bisogna vedere come si stabilizza la differenziata”

Creato il 03 giugno 2013 da Cremonademocratica @paolozignani

L’importantissimo, choccante, sinuoso articolo del giornale del blocco agro-industriale sul misteriosissimo sondaggio di Lgh (la holding cui appartiene Aem) ha lasciato sorpreso anche l’assessore all’ambiente del comune di cremona Francesco Bordi. Il quale ha chiamato il direttore di Aem per un incontro nella giornata di oggi e comunicare la propria totale opposizione alla costruzione di un nuovo termovalorizzatore, come invece si legge in un titolo a quattro colonne su La Provincia di oggi a pagina 11, dove s’annuncia il sondaggio a sorpresa di Lgh che contiene anche una domanda sul “nuovo impianto”.

“Ma non è previsto nessun nuovo termovalorizzatore a cremona” spiega l’assessore Bordi. Aem non avrebbe fatto altro che prendere atto del no. Lei parla a nome del comune o come assessore? “come assessore – spiega Francesco Bordi – in giunta non abbiano neanche parlato dell’argomento”.

Le gioie che ci riserva la stampa cremonese sono infinite. Ma anche il bizzarro gioco delle parti Bordi-Tadioli ti lascia là per là con il caratteristico palmo di naso.

Domanda: come facciamo a credere a un assessore se già una volta addirittura un vicesindaco, Giuseppe Tadioli, disse che avrebbe tenuto conto del referendum del 1994 sull’inceneritore poi realizzato circa 15 anni fa? “No – ribatte Bordi – io la battaglia contro l’inceneritore esistente l’ho fatta e so che Tadioli voleva l’inceneritore e basta: non ha mai detto quella frase, ‘terremo conto’”. cioè terremo conto del voto, anche se il quorum non sarà raggiunto.

Frase rimasta famosa, storica, ma ahimé non vera, lo dice Bordi. che dirà mai Giuseppe Tadioli, allora vicesindaco?

Il “nuovo termovalorizzatore” allora c’è solo in un titolo di giornale e in una domanda di un questionario. Il che ha una giustificazione: “Il nuovo termovalorizzatore non ha senso, non si fa, non bisogna confondere neanche il rewamping con un nuovo impianto. Ma per avere un solo inceneritore bisogna raggiungere una certa quota di raccolta differenziata in modo stabile. Anche la Regione ha detto che non è necessario un inceneritore per ogni provincia”.

Dunque non sono in gioco parole, titoli, dichiarazioni, ma organizzazione del sistema di raccolta dei rifiuti. Una scelta economica e culturale su cui cremona può giocare una carta vincente e creare anche posti di lavoro evitando di aumentare un’altra volta, con un altro elemento che s’aggiunge ai tanti, il pesante inquinamento tante volte registrato in città.

Il secondo inceneritore è temuto da tanti anni a cremona, sin da prima del referendum del 1994. Ecco un link a un articolo del corriere del 24 maggio 1994, prima del referendum

http://archiviostorico.corriere.it/1994/maggio/24/Cremona_spaccata_sul_referendum_per_co_0_94052411009.shtml