Francesco Casali, Niente da nascondere, pref. Gustavo Pietropolli Charmet, Koi Press, 2012, pp. 297, €13. Francesco Casali, Quello che resta, pref. Mihai Mircea Butcovan, fotografie di Elisa Ielli Colombo, Koi Press, 2013, pp. 305, €12
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di Francesco Sasso
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Francesco Casali è un educatore professionale, lavora con soggetti a rischio di emarginazione e con problematiche psichiatriche e di tossicodipendenza. Ma Casali è anche autore di due libri interessanti in cui la forma del saggio s’intreccia con quella narrativa, l’autobiografia con la fantasia. I titoli: Niente da nascondere (2012) e Quello che resta (2013).
Con l’occhio sempre volto al fine dell’utile morale, l’autore tratta vari argomenti: la pazzia, l’abbandono, la morte, l’amore, la solitudine, i tristi fenomeni sociali della miseria e dell’emarginazione, la psicologia e il comportamento della gente comune nell’esperienza d’ogni giorno. In Niente da nascondere e Quello che resta si narrano le esistenze di uomini e donne sprofondati nel dolore. Soprattutto, l’autore cerca la Verità sulla sofferenza umana. Nascere è dolore, la vecchiaia è dolore, la malattia è dolore, la morte è dolore. L’unione con quello che dispiace, la separazione da ciò che piace è dolore. Dolore di non ottenere la cosa desiderata, dolore per la perdita di una figlia o del coniuge, dolore oscuro dell’esistenza. L’autore ci racconta e ci mostra i vari gradi della sofferenza umana per poi concludere che la vera causa del dolore nell’uomo è la mancanza d’amore. E se in noi non c’è amore, ci suggerisce Casali, nessun io sopravvive ai propri atti in un certo periodo dell’esistenza. Eppure, in alcune storie raccontate da Casali, il desiderio di vivere dei protagonisti li fa rinascere, fa continuare la loro esistenza.
In questi due libri, Francesco Casali rende appassionante l’incontro con l’altro da sé. Egli sa raccontare storie e scrive pagine pregevoli per colorita evidenza descrittiva, prontezza d’intuito psicologico, ma in alcune pagine guasta il sincero impulso narrativo nel meccanismo didascalico. In alcuni momenti, il saggista prende il sopravvento sul narratore. Con ciò si vuol consigliare la lettura di Niente da nascondere e Quello che resta.
f.s.
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