Magazine Arte

Francesco Dezio, Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta – Storie di provincia e di altri mali, Stilo 2014 di Teresa Giannotta

Creato il 05 febbraio 2015 da Wsf

copertina dezio FRONTE OK

Francesco Dezio, l’autore di Nicola Rubino è entrato in fabbrica (Feltrinelli 2004), primo esempio di romanzo ‘operaio’ del terzo millennio, è tornato in libreria dopo una lunga assenza, con un libro completamente diverso: Qualcuno è uscito vivo dagli anni Ottanta (Bari 2014, Stilo editrice, pp. 120, € 12).
Sulla musica di più di 70 formazioni di ogni continente (famosissime o quasi sconosciute) si raccontano otto storie di vita precaria, sfruttamento, disamore o disoccupazione, male di vivere o malavita. Le storie sono ambientate tra Altamura (città natale dell’autore), Santeramo, Sansevero, Bari, Molfetta, Lecce e sono raccontate in forma di monologo, come uno sfogo irruento, appassionato eppure comico, in prima persona (con vizi e cadenze dell’oralità ed uno stile che ricorda quello di Paolo Nori): Led Zeppelin, AC/DC, Clash, Oasis, Diaframma, Rolling Stones, Gang, Pink Floyd, Underage, Arab Strap, Ramones, Ultravox, Sex Pistols, Orda, Not Moving, Lingomania, Chain Reaction, CCCP, Litfiba, Afterhours, Cure, Died Pretty, Negative Disarcore, Joy Division, Church, Delgados, Rich Fisch in Hand, Boohoos, Simple Minds, Doors, U2, Velvet Underground, Yumi Yumi, Bis, Mando Diao, Libertines, Strokes, Stooges… e molti altri (nell’ultima pagina del libro si può scaricare la playlist con i brani più amati da Dezio).


La musica è inizio e conclusione di ogni discorso dei protagonisti, ma soprattutto è il fulcro catalizzatore dei tentativi di questi sognatori, un po’ folli e svitati, di fare resistenza e di andare in direzione ostinata e contraria alle mode pop che impone il consumismo, ingerente anche nelle società periferiche e rurali della provincia meridionale (Appuntamento al Pianeta, L’Outlet di Molfetta).
Questa musica è anche illusione di ricerca artistica, di futuro, di divulgazione di stili di vita meno beceri e più cosmopoliti, meno legati ai ruoli fissi di una società ancora arcaica (‘padrone’/dipendente; uomo/donna; politico/cliente…): cominciano così la Storia di Mino, che riesce a farsi firmare un bell’assegno di buonuscita dal titolare che l’ha licenziato; la Storia di Carla che per dimenticare l’Italietta s’imbarca su una nave da crociera che è una babele di popoli; la Storia di Get Rythm, l’associazione strumentalizzata dai politici di partito per allargare il bacino di voti a giovani che non ne vogliono sapere perché per lo più hanno simpatie anarchiche; la Storia dell’Iguana, niente meno che Iggy Pop, che si esibisce a Melpignano in uno storico concerto, più unico che raro.
È soprattutto per conoscere o ritrovare queste icone assolute (accanto a nomi meno noti) del punk, post-punk, rock, post-rock e new wave che consiglio di leggere il libro, assai generoso nell’offrirci incontri e aneddoti spassosi, impressionanti, controversi o sorprendenti, come quello su Massimo Lala, cantante dei Last Call: “era da molti ritenuto il guru di tutto il movimento barese; dopo un periodo di stasi creativa, seguito da una parentesi mistica da improbabile profeta suburbano, nel ’94 morirà suicida, gettandosi dal balcone – voleva volare -” (p. 20). E ancora i centri sociali come il ‘Virus’ a Milano e la ‘Giungla’ a Bari, e “Amsterdam che era la Mecca per i punk altamurani”(p. 21).
Interessante, infine, la parte dedicata ai testi e soprattutto la piccola antologia di traduzioni/adattamenti, come nell’ultimo racconto, un’unica ininterrotta recensione dell’album The Red Thread degli Arab Strap.
Così, mentre fa conoscere questa musica ad un pubblico generico, mentre ammicca ad un pubblico rarefatto ed esigente di intenditori di musica, istituendo il suo personale canone tra gruppi famosi e non, Dezio ci coinvolge in un’analisi spietata, esilarante, congruente a tanta provincia del Nord e del Sud: una narrazione cruda che ci riguarda tutti e ci ricorda come e da quanto tempo ci siamo chiusi nelle nostre minuscole vite.


Potrebbero interessarti anche :

Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog

Possono interessarti anche questi articoli :