Potremmo anche abituarci a tanta grazia, ci si potrebbe prendere il vizio. Due incontri ravvicinati con la musica sublime, due occasioni di ascoltare note sublimi nel giro di un mese, specie in un paesino come Montegranaro, non sono certo la normalità, sono una fortuna. Ma questo accade per opera di gente di buona volontà, tanta buona volontà e tanto amore per il bello, per il giusto e per la propria città. Gli Amici della Musica ci avevano già regalato la Filarmonica Marchigiana diretta da Alessio Allegretti a unirsi all’oboe di Francesco Di Rosa per Strauss in un La Perla gremito. Oggi l’anima bella di Titti Pizzuti per FANPIA ha fatto sì che i fortunati seduti sulle poltroncine dell’Officina delle Arti abbiano potuto godere di un evento fuori dal comune.
Francesco Di Rosa lo conosco da quando ci tolsero le fasce e posso testimoniare che, fin da tenerissima età, era fornito grandemente di quella dote di cui gran parte dei Di Rosa montegranaresi sono ricchi: spirito e capacità comunicativa da vendere. Oggi questo ragazzo di quasi quarantasei anni, che ha girato il globo come testimone della musica e della bellezza, ha dimostrato di essere, oltre che il grande musicista che il mondo ci invidia, un magnifico intrattenitore, coadiuvato in questo dal sempre bravo Tiziano Zengarini.
Una serata entusiasmante, divertente e commovente. Un’occasione per sedersi, duecento circa che eravamo in teatro, intorno ad un vecchio amico per ascoltare i suoi racconti divertenti e accattivanti come se stessimo tutti uniti nel desco serale a desinare tra un bicchiere di vino buono, il cibo buono e la buona compagnia. E la buona musica, ottima, con Andrea Sforza splendido al piano. La musica ci ha catturati, la maestria di Francesco ci ha stregati, ma soprattutto la meraviglia era l’atmosfera, un’atmosfera che non si può raccontare. Chi l’ha vissuta può capirmi.
Grazie Francesco, credo che Montegranaro non possa mai ringraziarti abbastanza per quello che fai per la tua città, in silenzio, senza nulla chiedere, con la dedizione che solo l’amore detta.
Luca Craia