Classe 1979, di Carosino (vicino a Taranto), ma oggi di stanza a Bari, Francesco Giannico è comparso molte volte su queste pagine ed è stato determinante per la pubblicazione della nostra seconda compilation, che riguardava lui e un piccolo gruppo di sound artist coi quali ha percorso e percorre alcuni tratti di strada. Litania è uscito da poco per Unknown Tone Records, un’etichetta indipendente americana (Tulsa, Oklahoma), attiva da tre anni e gestita da una coppia di musicisti attenti – come Francesco stesso – agli sviluppi multimediali del loro mestiere. È l’ultimo album, in ordine di tempo, di una discografia ormai davvero consistente, in gran parte solista, ma costituita anche da collaborazioni. Dal punto di vista del sound, Litania è – come Luminance – un lavoro organico e coeso, nonostante sia la combinazione di “tecniche” differenti, nel senso che si percepiscono chiaramente gli esordi digitali dell’autore, ma altrettanto chiaramente si comprende la sua esigenza di umanizzarsi. Congetture a parte, Litania è un album che si muove lungo le sfumature, lasciando quel senso di indefinito che costringe al riascolto nel tentativo di individuare un sentimento preciso che invece non s’indovinerà mai. Il termine abusato è “malinconia”, nella sua accezione di stadio intermedio e vago, nient’affatto sovrapponibile alla tristezza o alla depressione. Qui, però, sempre più, nonostante field recordings di cigolii, i disturbi e le volute imperfezioni, entra luce, magari quella di un ricordo indelebile.
Ancora una volta un buon disco.
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