27 SETTEMBRE – Eccezionalmente domenica 22 settembre lo sport sardo ha lasciato spazio a un evento decisamente significativo e profondo per un’intera regione. Il rocambolesco pareggio del Cagliari a Genova – partita giocata sabato (21 settembre) alle 18:00 - è passato sicuramente in secondo piano se paragonato all’arrivo in città di papa Francesco I, preceduto da alcuni giorni di intensa preparazione spirituale. Dopo Paolo VI nel 1970, Giovanni Paolo II nel 1985 e Benedetto XVI nel 2008, Jorge Mario Bergoglio è il quarto vicario di Cristo a far visita al Santuario della Nostra Signora Madonna di Bonaria, la quale è tanto legata dal punto di vista storico – religioso alla Buenos Aires della sua Argentina.
Il papa è arrivato all’aeroporto di Elmas alle 08:15, ricevuto dalle autorità civili, militari e religiose della Sardegna: il ministro di Grazia e Giustizia Annamaria Cancellieri, il presidente della Regione Ugo Cappellacci, l’arcivescovo di Cagliari mons. Arrigo Miglio e il sindaco Massimo Zedda, tra le tante. A bordo di un’utilitaria prima e della classica papamobile poi, il Pontefice ha attraversato le vie di una città da giorni blindata,transennata, svuotata delle sue automobili, ma brulicante di 350 000 fedeli, per arrivare nel Largo Carlo Felice dove prima delle nove del mattino ha incontrato i rappresentanti del mondo del lavoro e della disoccupazione isolana. Sin dalle prime ore dell’alba nessuno è voluto mancare all’appello e tutti non hanno nascosto la loro commozione alla vista di un papa semplice e umile che con le sue parole ha confortato un operaio disoccupato da 5 anni, un’imprenditrice in difficoltà, un pastore e, in generale, tutti coloro che lottano con le unghie con i denti per difendere il proprio posto di lavoro.
A salutarlo una terra affamata di speranza, di coraggio e di certezze. <<La mancanza di lavoro disgrega le famiglie>>, <<Il lavoro è dignità>>, << Contro il dio Denaro e al centro l’uomo e la donna>> e per concludere <<Signore Gesù, dacci lavoro e benedici tutti noi>>. Papa Francesco ha toccato il cuore e la mente dei fedeli, regalando a qualche fortunato un abbraccio, un sorriso, una carezza e a un bambino la gioia di essere preso in braccio.Alle 09:30 il Santo Padre ha attraversato la via Roma, salutato festosamente dai gruppi folk, diretto al Piazzale antistante il Santuario della N.S. Di Bonaria dove alle 10:30 ha celebrato i Sacri Misteri, dopo aver salutato i malati - diversi sofferenti di SLA - negli spazi loro allestiti. Respirando l’aria di una fede pulita e genuina, ha invocato la protezione della Madonna e ha confidato nel suo aiuto affinché tutti gli oppressi e gli afflitti possano trovare gioia nel loro spirito. Tra la folla immensa è stato difficile scorgere qualcuno che non fosse colpito dalla sua parola, con le lacrime agli occhi e la fronte imperlata di sudore. Qualcuno si è accasciato, colto da un malore causato dal caldo e soccorso dai volontari della Protezione Civile; qualcun altro invece ha approfittato delle terrazze dell’hotel Mediterraneo e si è goduto lo spettacolo. Neppure i bambini, giunti da 7 parrocchie della città e da tutta l’isola, sono rimasti indifferenti e hanno accompagnato tutta l’omelia con i canti – “Deus ti salvet, Maria” e “Di Bonaria Celeste Regina”, fra tanti - intonati da un coro polifonico di 200 elementi. Il servizio liturgico è stato curato dai seminaristi del Seminario Regionale e 100 000 sono state le ostie confezionate dalle suore Sacramentine di Cagliari.
Dopo un semplice pranzo consumato presso il Pontificio Regionale Sardo, papa Bergoglio ha fatto tappa nella Cattedrale del capoluogo e ha ricevuto coloro che più di tutti soffrono la pena dell’indifferenza sociale: i detenuti del Casa Circondariale di Buoncammino e del penitenziario giovanile di Quartucciu, i poveri della Caritas e i volontari che da sempre prestano loro assistenza quotidiana. Frantziscu non si è dimenticato di nessuno, ha salutato, benedetto, abbracciato uomini, donne e, soprattutto i bambini radunati nell’asilo Comunale del quartiere. Tutti, senza distinzioni, hanno avuto la loro dose di affetto da parte del nuovo “papa buono” e tra questi, curiosamente, è spiccato anche Massimo Cellino, ormai riavvicinatosi completamente a Dio.
L’incontro con il mondo della cultura presso la Pontificia Facoltà Teologica della Sardegna – dove il Papa ha provveduto a ringraziare la Compagnia di Gesù e tutta l’opera di educazione del clero – è stato seguito dall’appuntamento più gustoso di tutta la giornata: quello con i giovani delle diciassette nel Largo Carlo Felice. Sulle note dell’inno “Getta le tue reti” Francesco (come ha preferito presentarsi) si è rivolto agli studenti, agli scout, al mondo della GMG raggiante ed entusiasta. La parabola delle reti e del pescatore Simone ha infuso nei cuori di tutti il coraggio di andare avanti, di non lasciarsi prendere dallo sconforto e dalla paura del fallimento sociale. Gesù Cristo è con tutti e non lascerà i più deboli ad affrontare da soli le difficoltà della vita: <<Non lasciate che la vostra anima finisca nelle mani dei mercanti di morte. Abbiate fiducia perché il Signore Gesù non vi lascia mai soli>>.Al termine dell’incontro e anche dopo i saluti finali del Santo Padre a tutta la Sardegna, la festa è stata prolungata sino a tardi, allietata dall’esibizione dei “Tenores” e dai cori di chi, almeno per una domenica, non si è pentito di aver messo da parte il calcio.
Gianmarco Cossu
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