Oggi su WSF ospitiamo un giovane artista italiano, che ho iniziato a seguire da poco, ma che ha fin da subito colpito per le sue opere che ritengo profonde, carnali, oscure.
Benvenuto su Words Social Forum, Francesco Paolicchi!
Chi è Francesco Paolicchi?
Qualcosa di ancora indefinito e che come un rettile cambia spesso pelle. Nasco comunque a Viareggio nell’agosto del 1988.
Come nasce il tuo percorso come artista?
Nasce qualche anno fa. Ebbi modo di conoscere un giovane artista della zona, rimasi molto colpito dai suoi quadri e qualcosa mi disse che dovevo farlo pure io. Lo feci.
Cosa senti mentre crei?
Dissociazione e assenza. Tutto ciò che mi circonda svanisce, compreso me.
Il tuo mondo espressivo è cupo. Ci puoi spiegare meglio?
Come dicevo: quando creo mi assento, esco da me. E’ sempre un viaggio verso l’ignoto delle mie ossessioni e debolezze. Cerco di aprire un varco, di toccare con mano quei luoghi più oscuri, contorti e aberranti del mio essere e di portarli alla luce, senza paure. Una continua lotta con i così detti “mostri”… è un lavoro sporco, che sporca.
Che cos’è per te l’ispirazione?
Qualcosa che agisce in un modo del tutto misterioso.
Parlaci di che cos’è per te l’arte.
Credo sia più una seduta psicoanalitica
Quali artisti, se ci sono, ti hanno maggiormente ispirato?
Cambio amori e passioni molto spesso. Mi annoio facilmente. Apprezzo molto artisti come: Francis Bacon, Marlene Dumas, Hans Bellmer, Roland Topor, David Lynch e molti altri.
Come vedi il presente dell’arte contemporanea e quanto ti senti di farne parte?
Credo che la moda sia entrata a far parte anche in questo campo. Molti artisti sopravvalutati,ma che fan tendenza e molti artisti sottovalutati,che secondo me meritano attenzione,lasciati in disparte.
Ci puoi anticipare progetti e/o eventi futuri?
Sicuramente continuare la mia ricerca artistica e di vita. Dal 2 novembre sarò in esposizione presso la galleria “La casa di Schiele” a Benevento.
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