Francesco Tadini prepara l’archivio di Emilio Tadini - il padre - digitalizzando un volume non indifferente di opere, studi, materia testuale e illustrativa. L’intenzione è di collocare il tutto sul web. Qui lo potrete osservare mentre prende corpo: http://francescotadini.net/ . Tadini è convinto della necessità di farlo non solo per il valore obiettivo della documentazione, ma soprattutto allo scopo di mettere a disposizione di molti il “metodo” di Emilio Tadini, ovvero un modo di lavorare peculiare dell’artista che tesseva intrecci continui tra scrittura (critica e creativa) e figurazione.
Emilio Tadini, periodo fine anni '50
Di seguito proponiamo un testo critico di Tadini del 1963 che prende in considerazione Nolde, Kirchner, Schmidt-Rottluff, Beckmann, Dix e Grosz.
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Emilio Tadini, Un esempio da seguire, 1963
Dopo un formidabile lavoro di raccolta e di scelta che lo ha portato a viaggiare attraverso mezza Europa, Luca Sacchi Gracco ha presentato a Milano, nel suo “Studio d’arte”, una serie di opere rappresentative dell’arte tedesca del 1907 al 1927. dicendo soltanto che è una bella mostra, si rischia di limitarsi a un apprezzamento generico. Bisogna specificare che si tratta di un episodio veramente importante di quella che è stata l’attività culturale milanese di questa stagione. È una mostra, questa, che fa veramente onore a chi ha saputo organizzarla. Chi sa mettere insieme mostre del genere esercita una autentica “critica d’azione”. Sono le manifestazioni come questa che permettono lo svolgersi di una attività artistica a Milano, dato che da troppo tempo gli enti pubblici danno prova soltanto di poca fantasia e di scarsissimo spirito di iniziativa. Le opere esposte (sono rappresentati tra gli altri, Nolde, Kirchner, Schmidt-Rottluff, Beckmann, Dix e Grosz) danno un quadro fedele e insolitamente particolareggiato dell’arte che si sviluppò in Germania prima, durante e dopo la grande guerra, negli anni cioè che videro il sorgere e il maturare della avanguardia rivoluzionaria in tutta l’Europa. È interessante rilevare come gli artisti tedeschi, pur partecipando attivamente a quella avanguardia, restarono istintivamente fedeli ad una loro tradizione. La forma, in questi artisti, non si risolve in una eccitazione panica, ma piuttosto in una intensificazione tesa e drammatica di un particolare della realtà. E la furia deformante di certi pittori non vuole prevaricare astrattamente sulle forme del reale, ma sembra intenta a rivelare tutta l’intima violenza che in quelle forme è nascosta e che dà loro un preciso significato. Ma naturalmente non si trattava soltanto di un atteggiamento congenito nell’arte tedesca di ogni tempo. Queste opere agivano direttamente nella situazione storica di quegli anni. E molte delle opere qui esposte anticipavano o rappresentavano la distruzione. Nella sconfitta gli artisti tedeschi ebbero l’occasione di vedere più scopertamente di altri il volto dell’ingiustizia e della collera, di conoscere l’amara avidità della disperazione. Opere come queste ci coinvolgono moralmente. La mostra, in aprile, sarà esposta a Roma alla galleria “La Nuova Pesa”.
Emilio Tadini
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Come sempre, vi chiediamo gentilmente di visitare il sito dell’archivio e indichiamo anche a chiunque abbia opere di Emilio Tadini di avvisarci, per una loro collocazione corretta e numerazione (e, se occorre, autentica)
altri riferimenti:
Il sito di Spazio Tadini: http://www.spaziotadini.it/
Il blog di Spazio Tadini: http://spaziotadini.wordpress.com/
Il blog Friplot di Francesco Tadini: http://friplot.wordpress.com/
Grazie e buone vacanze a tutti da Francesco Tadini!