Francesco Tadini si chiede quanto di attuale ci sia nel breve testo che segue, scritto nel 1963 dal padre Emilio Tadini! Tra l’altro mi sembra che, proprio in queste settimane, sia in corso una polemica sull’uscita di un libro del francese Jean Clair che polemizza contro i “meccanismi” di quella che viene da chiamare ARTE – FINANZA…
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E. Tadini, Il monopolio dell’arte, 1963
La “Marlborough Fine Art Limited” è probabilmente la più importante organizzazione per il commercio di opere d’arte moderna che esista oggi. Sicuramente è la più odiata. La Marlborough, già molto potente per i suoi grandi mezzi finanziari, è anche riuscita ad assicurarsi la collaborazione di gente che le tiene i contatti con i più ricchi clienti e insieme con i possibili venditori, quali i possessori di importantissime collezioni: e questo può spiegare, in parte, il suo rapido successo. L’odio che la Marlborough si è attirata nell’ambiente dei mercati d’arte dipende poi dal fatto che essa si è legata con grossi contratti di esclusiva un gran numero di artisti, “rubandoli” ad altre gallerie. Da quando la Marlborough ha aperto la sua sede centrale, a Londra, i più famosi artisti inglesi hanno abbandonato per lei i loro vecchi mercanti. Bacon ha lasciato Hannover Gallery; Nolan ha lasciato Mathiesen; Ben Nicholson, Armitage e Chadwick hanno lasciato Gimpel. Sembra che un mercante londinese sia venuto a sapere di aver perso il suo artista più importante da una frase lasciata cadere con noncuranza, durante una telefonata, da un rappresentante della Marlborough. La Marlborough che ha già da qualche tempo una succursale a Roma, si appresta ad aprirne un’altra, lussuosissima, a Nuova York. Al posto di direttore è stata assunta la signora Cecil Blaffer Hudson, erede di una colossale fortuna. La signora è nota anche come detentrice del record di liquidazione per divorzio: ha ottenuto sei milioni e mezzo di dollari. Quelli della Marlborough, evidentemente, puntano non solo sulle sue doti di conoscitrice d’arte ma anche sulle sue conoscenze. In molte gallerie di Manhattan incominciano a spaventarsi. Un mercante d’arte, privato con sottili sistemi della sua “stella”, ha detto: «Le gallerie come la mia saranno costrette a lasciare il campo. Non potremo resistere alla concorrenza di questo gigante. Ma questo monopolio toglierà dal nostro mestiere ogni freschezza, ogni genialità. Farà solo una serie di grosse operazioni finanziarie». E.Tadini
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Francesco Tadini ha il piacere di rinnovarvi l’invito a dare un’occhiata al sito-archivio Tadini e a contribuirvi con osservazioni e domande: http://francescotadini.net/ (oltre al sito dell’associazione culturale Spazio Tadini: http://www.spaziotadini.it/ )