Francesco Tadini legge e registra un testo di Emilio Tadini: CORPO, FIGURA, elaborato per la mostra del 1983 a Studio Marconi (ora Fondazione Marconi), Milano. Tadini: CORPO, FIGURA – Si dovrebbe fare una storia dell’arte per immagini, che consistesse soltanto nella successione di tutte le figure dipinte o scolpite per rappresentare il corpo dell’uomo. Che cosa rappresenta la pittura che chiamiamo astratta, dell’uomo? E non è una domanda retorica. Il fatto è che un quadro di Mondrian sembra anche una perorazione appassionata sull’ordine, sulla pulizia, sull’austerità, sulla semplicità… (scrive Tadini > continua la lettura o fai click, alla fine del testo sul video del canale francescotadini di youtube e ascoltalo) >>
Raffigurare vuol dire qualcosa come “volgere in figura”, “dare una figura a…”, “dotare qualcosa di una figura”. Che cos’è la figura? E che cos’è ciò a cui la figura viene offerta e si offre, perché si possa mostrare? È soltanto il corpo?
Noi diciamo che le figure, nella pittura contemporanea, sono “deformate”. Che cosa vuol dire? Che sono alterate rispetto a una immagine canonica? Vuol dire che sono alterate rispetto all’immagine “naturale”, o a quella che noi chiamiamo fittiziamente “classica”?
Per un suo aspetto, il neoclassicismo è anche un tentativo per togliere il tragico dalla struttura più intima della figura classica. Sognare un sogno già sognato: in questo sembra consistere il congegno attraverso il quale il neoclassicismo vorrebbe filtrare il classico per purificarlo, trattenendo l’elemento del tragico. Ma il tragico non si elimina. Nei grandi neoclassici, esso si trasforma in gelida disperazione. (È come in una metamorfosi mitica — con tutti quei corpi mutati in pietra…). L’eroico, al quale è impedito di andare impetuosamente verso la sua catastrofe, investe altrove tutta la sua energia inutilizzata: fino a produrre, paradossalmente, una specie di assurda maschera senza fisionomia, un corpo liscio, macchinoso e invulnerabile. Folclore in Arcadia…Il grottesco, e tutta l’arte “bassa”, deformano la figura canonica. Pancione, gobbe, nasoni… (La struttura stessa della gerarchia, deformano.)
La gravidanza deforma. (E poi, il soggetto, se non altro, si raddoppia — no?)
Che il comico, il grottesco, si fondino proprio sulla non tanto oscura coscienza dell’ineluttabilità della tragedia come catastrofe di un destino eroico? Che siano la solita tecnica, i tira e molla (erotismo vero e proprio: formalità, formalismi, perversioni) destinato solo a ritardare il famoso scaricarsi della tensione? Le smorfie del grottesco non sono forse una specie di caricatura dell’eroico? Con la fisionomia caricaturata, è chiaro, che non scompare mai.
C’è un nesso fra quello che in filosofia (in psicoanalisi, in letteratura) si chiama la crisi del soggetto e tutte le “deformazioni” della figura nella pittura contemporanea” . E. Tadini
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Queste registrazioni integrano in progress l’archivio Tadini – di testi e immagini – che Spazio Tadini (attualmente diretto da Melina Scalise, che cura e pubblica anche questi video) dedica a Emilio Tadini. In questi giorni e prossimamente a Spazio Tadini (dal 12 aprile al 5 maggio):
1- A Spazio Tadini, mostra di Giancarlo Nucci – selezione di opere realizzate dal 1989 ad oggi a rappresentare fatti importanti che hanno lasciato una traccia indelebile nella storia e nel modo di vivere dell’uomo contemporaneo, come il crollo delle torri gemelle.
2- A Spazio Tadini, PROMENADE: quattro fotografi con in comune una ricerca sul paesaggio declinato in diverse versioni, dal realismo e dalla documentazione antropologico-sociale alle visioni più concettuali o di raffinata ricerca formale: Alessandro Grassani, Daniele Portanome, Fabio Barile, Lorenzo Mussi. Spazio Tadini per la rassegna milanese Photofestival sceglie di presentare un progetto che promuove la fotografia italiana all’estero con una galleria web: Fotonomica. E’ novità, sul piano del rapporto tra professionisti della fotografia, giacché costituita da fotografi che promuovono, a loro volta, altri fotografi.
3- Dal 10 al 26 maggio 2012: L’artista romana Elena Cirella, allieva all’Accademia di Roma di Trotti ed Avenali, rappresentante di un filone figurativo che non si è mai esaurito nella capitale, si presenta, per la prima volta a Milano, con una doppia esposizione alla Galleria Cortina (dal 9 al 19 maggio) e allo Spazio Tadini (dal 10 al 26 maggio). La mostra Affioramenti accoglie opere prodotte lungo l’arco di un ventennio dalla prima maniera drammatica, espressionista, ancora nel solco di una tradizione iconografica sintatticamente organizzata, alla progressiva liberazione dall’inquadramento compositivo, per arrivare con il ciclo Cavalieri ad un linguaggio autonomo, personale, riconoscibile e decostituito; un ritorno agli elementi basilari del disegno nella ricostruzione attiva del nuovo. Traguardo espressivo, l’estremizzazione dell’assoluto fino ai limiti del graffitismo, senza smarrire mai il calore e il corpo del veicolo espressivo della materia ad olio. Catalogo in galleria a cura di Raffaella Aragosa, con testi di Melina Scalise, Stefano Cortina, Kristian Betti, Rachid Benadj, Valeria Vaccari, Paolo Melissi.
Francesco Tadini, archivio Spazio Tadini, 1982, Emilio Tadini, mostra Fondazione Marconi
Date un’occhiata anche a http://friplot.wordpress.com/ e a http://francescotadini.blogspot.it/ - Ringraziamenti e saluti da Francesco Tadini