Francesco Tadini segnala: Libreria del Mondo Offeso – Settimana dedicata ad Antonio Tabucchi con Andrea Bajani e Eugenio Allegri. giovedì 14 marzo h. 19.00.
Andrea Bajani con il suo libro MI RICONOSCI Giangiacomo Feltrinelli editore
insieme a Ranieri Polese
Uno dei migliori scrittori italiani, Andrea Bajani, si lascia chiamare dentro il dolore di una perdita e ricostruisce la storia di un‡amicizia luminosa, complessa, a volte tormentata. L‡amicizia per Antonio Tabucchi.
sabato 16 marzo h. 17.30
Eugenio Allegri con la lettura del testo teatrale “Una Piazza d’Italia”
Questo è il mio piccolo contributo, saluto ad Antonio… Laura
Era il 2001, eravamo a Roma, facevamo teatro.
C’era stata Genova, c’era stato l’11 settembre, c’era aria di guerra.
Un giorno ci è ri-capitato un libro in mano “Piazza d’Italia” di Antonio Tabucchi.
Era di luglio, nel ’46,
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Quando Garibaldo, quel giorno da chiodi, si beccò la pallottola in fronte, mentre stramazzava nella confusione della piazza volle avere l’ultima parola. Ma invece la lingua liberò un gorgoglìo squaccheroso che udirono solo i pochi che gli stavano intorno.
“Abbasso il re!”
Il sasso gli sdrucciolò di mano e rotolò fino al rigagnolo della fontanella. Sul viso gli rimase ghiacciato un sorriso furbesco, di accidenti a me, perché aveva fatto in tempo ad accorgersi, nel breve tragitto dal monumento alla polvere, che la nebbia della morte gli aveva confuso proprio l’ultima frase. La pallottola che gli aveva cercato la fronte non usciva da un moschetto della guardia regia: il re ormai aveva fatto fagotto e vigeva la costituzione della repubblica fondata sul lavoro. Le mani annaspanti che sciolsero il fiocco nero in due grandi nastri svolazzanti sciolsero anche l’assiepamento della folla, che si disperse nella luce della sera. Garibaldo restò solo, con un sorriso ironico, davanti a tutti quei caschi in fila che si guardavano reciprocamente le pistole abbassate.
E così, mano mano piazza qui passò la lepre pazza… abbiamo cominciato a giocare con la sua piazza…
21 gennaio 2002
Cari amici delle Macchine Teatrali,
“mano mano piazza, di qui passò una lepre pazza”. Così comincia la filastrocca,
e devo dirvi che la lepre pazza che è passata dalla mia piazza mi è piaciuta
molto. Direi moltissimo, in certe pagine. Per la tenuta della scrittura, per
l’abilità di reggere il filo che va avanti e indietro nel tempo della storia, e
anche per la capacità di “giocare” con il testo di un libro, appropriandosene e rilanciandolo come al poker.
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Un cordiale saluto a tutti. Antonio Tabucchi
Poi l’odore della carta mi ha dato alla testa. Da allora mangio baccalà, Vittorini e Tabucchi.
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L’influenza di Vittorini sul romanzo portoghese del dopoguerra. E con quella nostalgia affiorò il puzzo di baccalà fritto del self service della Biblioteca dove aveva pranzato per settimane intere. Baccalà e Vittorini.
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(La testa perduta di Damasceno Monteiro)
Ed è nata la Libreria del Mondo Offeso.
Milano, 5 settembre 2008
Caro Prof. Tabucchi,
…
Sarei felicissima e onoratissima di averla come ospite d’onore per l’apertura, in qualità di sua lettrice appassionata e futura libraia.
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Che ne dice???
Pensa sia impazzita completamente o pensa di unirsi alla mia piccola follia?
31 ottobre 2010 Eccolo arrivare…
E poi ripartire…
Milano, 25 marzo 2012
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Oggi il mio telefono sembrava il telefono della vostra casa editrice. Tutte, proprio tutte le persone che mi conoscono mi hanno chiamata a condividere questa mancanza totalmente inaspettata.
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Milano, 2 agosto 2012
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Tuttavia, arrivata sin qui, in questo momento storico, appena compiuti i miei primi quarant’anni, ho deciso di rilanciare e tenere duro con questo mestiere “folle”…
Mestiere che sin qui non mi ha certo ripagata economicamente ma mi ha riempita di vita.
E che ci creda o no, in tutto questo, sono convinta ci sia lo zampino del nostro amatissimo Antonio Tabucchi…
…
EPILOGO
Quando Carlo, quel giorno caldo di luglio, si beccò la pallottola in fronte
Stramazzando nella confusione di quella piazza genovese
Non liberò nemmeno una parola polverosa
Non ne aveva
E non ne aveva mai avute.
Forse non le aveva nemmeno cercate.
A che gli servivano le parole?
E’ così che oggi va il mondo
La voglia spontanea di rompere i lacci
Era stata la sua molla
L’incoscienza
era stata la sua coscienza
Doveva scegliere:
una giornata al mare o la piazza.
Con la leggerezza del vento.
L’estintore era diventato uno scudo.
Punkabestia!
Barbone!
Drogato!
Gridavano.
Chissà?
Semplicemente incazzato
E già….
Oggi non serviva il pensiero
Girava nell’aria
Solo la voglia matta di ribellione
Perché?
Ma nell’aria questa voglia
Si tagliava con il coltello
Si assaggiava
Si gustava
Inebriava
In un liberatorio piacere.
Strani quei giorni di luglio,
In quella piazza amara di Genova!
E Carlo restò solo, con un sorriso ironico
davanti a tutti quei caschi in fila
che si guardavano reciprocamente le pistole abbassate.
……………………
Era di luglio, nel 2001.
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