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FrancescoTadini: Laura Zeni con Indian Pattern testo critico per la mostra a Spazio Tadini, Milano

Creato il 24 febbraio 2013 da Spaziotadini

La fantasia, l’invenzione, la creatività pensano, l’immaginazione vede”  Bruno Munari

TESTE

Laura Zeni ritratti-interiori-_tecniche-miste-su-carta-28-5-x-19-5-cm- Spazio Tadini

Laura Zeni ritratti-interiori-_tecniche-miste-su-carta-28-5-x-19-5-cm- Spazio Tadini

Le teste di Laura Zeni: la rappresentazione di mille individui come fossero uno o di un  individuo provvisto di mille volti? Oppure: teste che ci mettono in condizione di chiederci qualcosa che riguarda la ricerca dell’identità – la nostra stessa identità? Forse  …

E ancora: un bambino proietta il proprio mondo su ogni cosa. Per lui la palla grande è mamma di quella piccola. Il mondo ha qualità che lui stesso sperimenta. Forse, Laura Zeni ci mostra la possibilità di proiettare le mille qualità del mondo dentro di noi. Di essere le differenze, di abitarle. Persino di vestirle.

Non sono abiti della mente, queste forme e questi colori di Laura Zeni?

E non è – con questo piccolo cosmo di forme in mente – la legge della gravitazione a renderci autonomi e allo stesso tempo interdipendenti? Piccole teste/pianeti che gravitano. Che si attraggono e che, proprio a causa delle mille e ancora mille attrazioni possibili hanno la forza di deviare e, cambiando ellisse … gravitare altrove?

Anassimandro comprese che la terra galleggia libera nello spazio senza cadere e, quindi, senza dover essere sostenuta da qualcosa. Questa intuizione ha aperto la strada all’astronomia dei millenni successivi. Popper la definì come “una delle più portentose idee nella storia del pensiero umano” (Karl Popper, Congetture e confutazioni).

Riportare l’arte a terra. Farla galleggiare libera nello spazio, come Terra, e ricondurre la forma a ciò che la contiene: la mente.

Problema estetico e gnoseologico: Laura Zeni ci mostra la mente – le 1000 teste –come contenitore di cose che non esistono: fantasie. E allora, se non esistono, hanno qualità? Sono cose che vediamo e che non hanno sostanza? Mutevoli come nuvole? O, forse, sarebbe meglio chiedersi: la forma non nasce proprio dal bisogno di strappare all’universo mutevole un frammento stabile e comprensibile? E, vedendolo, di dargli un nome?

Amleto: Vedete voi quella nuvola che ha quasi la forma di un cammello?

Polonio: per la messa, assomiglia davvero a un cammello.

Amleto: Mi pare che assomigli a una donnola.

Polonio: ha il dorso come una donnola.

Amleto:  O come una balena.

Polonio: Proprio come una balena, vero!

laura_zeni_ombre_2013_dittico_acrilico_su_carta_intelata_cm100x140part1 - Spazio Tadini

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acrilico_su_carta_intelata_cm100x140part1 – Spazio Tadini

 BALLERINE e RITAGLI

Le 1000 ballerine di Laura Zeni sono – e danzano – proprio come nuvole che, generandosi e rigenerandosi, cambiano forma. Laura ci invita – come Amleto – a guardare le somiglianze. Noi, diversamente da Polonio, possiamo andare oltre. Possiamo, con la povera fiammella di un pensiero, accendere l’intero universo del possibile e vedere. Immaginare.

Laura immagina come un bambino che gioca. Inventa, combina. Lascia che il risultato sia una sorpresa. Deve essere per tale ragione che sono nati quadri con la carta ritagliata: con il gioco della piega e del ritaglio si possono ottenere forme imprevedibili prima della riapertura della carta piagata.

La sorpresa – l’ignoto che precipita comicamente al suolo – è componente fondamentale del  percorso conoscitivo del bambino. Ciò che prima non conoscevo – e che per questa ragione faceva paura – si rende visibile improvvisamente: nella mia prospettiva. Ciò che non rientrava nel mondo terreno delle forme percepite, ora, con un rapido tonfo, appare alla mia portata e mi fa ridere. Come una specie di slapstick primordiale.  La caduta nella forma come torta in faccia: rido perché mi sorprende – in definitiva – come ciò che avrebbe potuto far male possa diventare controllabile e, persino, dolce.

laura_zeni_trame_serie_2013_acrilico_su_carta_intelata_e_collage_cm140x200_2part2- Spazio Tadini

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acrilico_su_carta_intelata_e_
collage_cm140x200_2part2- Spazio Tadini

Laura Zeni ripete 1000 volte, in questi quadri, il gioco della carta. Sembra quasi un’operazione rituale – magica – tale reiterazione. Forse, come la rotazione ripetuta di una danza sacra Sufi, potrebbe indurci una specie di estasi mistica.

O forse, più semplicemente, ci ricorda che l’arte legge il “mistero” trasmettendolo con le immagini. Di quale mistero si tratta? Noi preferiamo pensare a quello dell’invenzione. Alla ragione che ci tiene insieme, nonostante tutto: la capacità di reinventare continuamente dei valori condivisi. E non ne consociamo uno che unisca più della bellezza.

Io non sono se non sono insieme a te. Se non sono in te, non c’è bellezza.


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