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Franchigie agli stranieri: la Nuova Zelanda pensa a una rivoluzione

Creato il 02 dicembre 2011 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Franchigie agli stranieri: la Nuova Zelanda pensa a una rivoluzioneIn qualche modo finora i pezzi più pregiati dell’argenteria sono rimasti nei cassetti casa. E parlo di Carter e McCaw. Non solo loro, ovviamente, ma soprattutto di loro. Però l’Europa continua a lusingare le stelle all blacks – Francia soprattutto – e per gli atleti un po’ più in là con gli anni c’è ora anche il più vicino e ricchissimo Giappone.
La federazione neozelandese però vuole pensare al suo recinto prima che i buoi scappino: e così al vulcanico numero uno della NZRU Steve Tew è venuta una idea che se attuata rivoluzionerebbe  l’intero movimento ovale nella terra dei Maori. Come? Spalancando le porte ai capitali stranieri, che potrebbero anche acquistare un massimo di quattro franchigie di Super Rugby sulle cinque totali.
Documenti in questo senso circolano da qualche tempo nei piani altissimi di Auckland. Vantaggi: soldi, tanti soldi, con i quali trattenere i giocatori più forti e fermare l’esodo di quelli che vengono subito dopo. Oltre ad attirare un maggiore interesse e sul torneo e sul movimento neozelandese. Non solo: la NZRU vedrebbe diminuire enormemente le suo uscite e al contempo la Nuova Zelanda diventerebbe più appetibile anche per i giocatori stranieri.
Svantaggi: come si relazionerebbero gli “stranieri” con la federazione locale? Quest’ultima manterrebbe una sorta di golden share o le franchigie diventerebbero “private” a tutti gli effetti? E la domanda più importante: esistono davvero degli sponsor stranieri – e quindi magari asiatici e australiani, ma soprattutto europei e nordamericani – interessati ad investire in un paese tanto affascinante quanto lontano e con un bacino di utenza (leggi consumatori e/o clienti) molto limitato?


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