Continuano le proteste da parte del mondo islamico
Non accennano a diminuire le proteste del mondo musulmano dopo la pubblicazione del film satirico su Maometto, “The Innocence of Muslism”. Ora è la Francia ad alzare l’asticella della sicurezza, per bocca del suo primo ministro Jean-Marc Ayrault: “E’ stata presentata una richiesta di manifestazione, ma sarà seguita da un divieto. Siamo una Repubblica che non ha intenzione di farsi intimidire”. E intanto il governo francese ha annunciato la chiusura delle scuole e di 20 ambasciate diplomatiche per paura di ritorsioni, soprattutto in vista del venerdì sacro per gli islamici.
Le parole di Ayrault seguono la pubblicazione dell’ennesima vignetta satirica, questa volta francese. Il settimanale “Charlie Hebdo”ha pubblicato in copertina un ebreo ortodosso che spinge un uomo col turbante sulla carrozzella. La scritta che sovrasta l’immagine è “Gli intoccabili2”. Ma non finisce qui. Sulla controcopertina appare un Maometto nudo che mostra il suo sedere a un regista.
Il settimanale ha tirato più di 75mila copie in pochissimi giorni, ed ha già annunciato una nuova ristampa. Già lo scorso anno proprio la sede di “Charlie Hebdo” fu data alle fiamme, sempre in seguito a vignette satiriche sul mondo musulmano.
“Stiamo ricevendo minacce e intimidazioni, ma non ci piegheremo”- ha commentato alla “Repubblica” Zineb El Rhazoui, redattrice del settimanale.
La pubblicazione delle vignette satiriche, intanto, riceve condanne da tutto il mondo occidentale, Santa Sede inclusa. La paura è quella di una nuova rivolta contro le ambasciate, così come accaduto in Libia, dove ha perso la vita l’ambasciatore Usa Chris Stevens e altri 3 diplomatici. È forte il sospetto che dietro le manifestazioni violente di protesta ci sia la mano di Al-Quaeda, che approfitta dell’instabilità per rivendicare la sua battaglia all’Occidente. Una nuova paura per il mondo, un rinnovato scontro di civiltà che dimostra quanto sia complesso il rapporto internazionale. Il Presidente Obama ha ribadito più volte la lotta dell’America contro il terrorismo, inviando droni e navi da guerra in Libia. Ma la campagna elettorale contro Romney e le elezioni del 6-7 settembre sono un appuntamento troppo importante per non farsene influenzare.
Raffaele Nappi