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Francia-Italia, letture di un sconfitta che fa crescere

Creato il 06 febbraio 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

Francia-Italia, letture di un sconfitta che fa crescereStralci della rubrica “Mischia aperta” di Antonio Liviero su Il Gazzettino

Jacques Brunel e Philippe Saint-André hanno diversi punti in comune. Sono francesi, hanno debuttato con le rispettive nazionali, appoggiandosi per il momento al gruppo di giocatori preesistente. Soprattutto condividono una visione del rugby pragmatica. Ma, aggiunta la propensione a tenere conto del lavoro dei club, le analogie finiscono qui.
Perché mentre l’allenatore della Francia è impegnato a semplificare la filosofia offensiva del suo predecessore Lievremont, il tecnico azzurro è chiamato, al contrario, ad aggiungere volume al rugby eccessivamente restrittivo, e troppo prevedibile, dell’ultimo periodo di Mallett. E non ha perso tempo: si è impegnato subito a riportare l’azione in più zone del campo nel tentativo di creare almeno le premesse per rendere le difese vulnerabili.
(…) Risultati incoraggianti per la conservazione, meno in termini realizzativi. La linea del vantaggio veniva spostata ma raramente superata.
Nella ripresa è stata sperimentata una soluzione diversa, con movimento direttamente al
largo e successivo attacco dell’asse profondo. Si è guadagnato qualcosa in incisività perdendo forse in efficacia della conservazione. Un principio che vale anche per l’organizzazione difensiva, ma al contrario: mettere i rapidi di fronte ai rapidi. Cosa
che non è riuscita in occasione della meta di Rougerie, trovatosi ad accelerare tra Lo
Cicero e Ghiraldini. Il ripiazzamento difensivo ora è sicuramente la priorità dell’Italia. (…)
L’altra differenza con Philippe è che il tecnico della Francia può scegliere tra un gruppo di 60 giocatori di grande qualità, mentre Jacques tra 20 buoni, a volte ottimi, elementi con
rare punte di eccellenza internazionale. La strada del gioco è dunque lunga e difficile. Tuttavia il nuovo citi è un tipo ambizioso e scaltro. E sembra aver saggiamente deciso di appoggiarsi al sistema del Benetton, di gran lunga il migliore oggi proposto in Italia.


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