Francia, rapporto Istituto per la sicurezza nucleare francese: nelle centrali nucleari meno incidenti

Creato il 15 febbraio 2011 da Pdigirolamo

Mentre in Svizzera è passata l’approvazione per la costruzione di una nuova centrale a Mühleberg, distante 15 chilometri da Berna, con la conferma  dei cittadini svizzeri che hanno espresso il loro parere in un referendum consultivo tenutosi il 13 febbraio, anche il resto del mondo continua la sua corsa all’atomo.  Secondo l’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) sono sempre più numerosi i paesi interessati ad introdurre l’energia nucleare all’interno del proprio mix energetico, tant’è vero che sono passati dall’essere  4 a 10 negli ultimi due anni, mentre 45 sono gli Stati che stanno considerando seriamente di dare avvio a programmi nucleari, rispetto ai 30 del 2008. I motivi sono legati alla preoccupazione per i cambiamenti climatici e per la sicurezza degli approvvigionamenti energetici. Non manca, però, chi rema contro. Benché la produzione di energia mediante nucleare sia considerata tra le più sicure, soprattutto a livello tecnologico, Sortir Nucléaire, un’associazione ambientalista che propugna l’uscita della Francia dal nucleare,  ha di recente pubblicato un articolo sul suo sito parlando di “condizioni catastrofiche” delle centrali nucleari francesi chiedendo il blocco preventivo delle stesse. L’articolo si riferisce all’ultimo rapporto dell’IRSN – Institut de radioprotection et de sûreté nucléaire, dal titolo “Il punto di vista del l’IRSN sulla sicurezza dei parchi elettronucleari francesi nel 2009”, in collaborazione con l’ASN – Autorité du sûreté nucléaire, l’Agenzia di sicurezza per il nucleare francese, nell’ambito del monitoraggio permanente della sicurezza delle 58 centrali nucleari della Francia. Nel report, che si può leggere integralmente qui, viene sottolineato che lo stesso “non è un’esposizione esaustiva di tutti i temi che implicano la sicurezza degli impianti nucleari” ma è utile “sia alle parti interessate che al grande pubblico per comprendere meglio le questioni pratiche connesse alla sicurezza, evidenziando sia le difficoltà riscontrate che i progressi e gli sforzi compiuti da Edf” e, infine, “per il miglioramento dell’intero apparato della gestione della sicurezza”. Dall’indagine è risultato che per la prima volta dal 2005, “il numero degli incidenti sono significativamente diminuiti e inoltre, anche per il 2009, l’85% circa di questi è stato causato da fattori umani, dovuti a stress ed errori di procedura. Nelle centrali di terza generazione avanzata (come ad esempio quella in costruzione a Flamanville) che saranno importate anche in Italia, proprio per questo motivo si sta riducendo al minimo l’intervento umano mentre la maggior parte delle operazioni sarà digitalizzata. Inoltre, gli incidenti verificatesi, sono stati tutti di lieve entità, senza causare danni all’ambiente, ai cittadini e agli operatori degli impianti stessi. La situazione, dunque, è tutt’altro che catastrofica come la si vorrebbe far passare. Che ci siano dei controlli perenni sulla sicurezza delle centrali è anzi un incentivo allo sviluppo mondiale di produzione energetica con l’atomo.



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